di Marina Zinzani
“Sono gli eventi che fanno nascere la paura: quando un’altra persona ha potere su di loro o può ostacolarli, la cosa incute paura. E come si distrugge una fortezza? Non a ferro e fuoco, ma con i giudizi. È da qui che dobbiamo iniziare, ed è da questo fronte che bisogna conquistare la fortezza e scacciare i tiranni.” (Epitteto)
Il giudizio ha una potenza incredibile, giudizio verso sé stessi e verso gli altri. È una forma di potere in grado di dominare gli eventi, di influenzarli, di far andare il corso della vita da una parte o dall’altra.
Il giudizio verso gli altri è cosa innata, è l’idea, l’opinione che uno si fa dell’altro, che confina con parole come reputazione, rispetto, anche pregiudizio, perché alla fine si conosce ben poco l’intimità di una persona.
Il giudizio verso sé stessi può essere ben più importante perché condizionante in modo subdolo. E’ una voce interiore che stabilisce cosa si è, i limiti che abbiamo, come ci vedono gli altri, se è il caso di abbandonare un’impresa già prima di intraprenderla, se valiamo tanto o poco. In genere, se non si ha una natura narcisistica, il giudizio verso sé stessi è tiepido, quando non negativo. La timidezza, la sobrietà, non aiutano in un mondo in cui facilmente vince chi sgomita, che appare vincente perché sicuro di sé.
La fortezza interiore è il nostro mondo interiore, fatto di caratteristiche umane, di limiti, di pensieri, di bisogni, il bisogno di essere compresi, considerati, amati. È la fortezza che dobbiamo proteggere, dai giudizi degli altri ma anche dai nostri giudizi non positivi, perché spesso questi sono derivazione del pensiero altrui.
Essere vincenti è cosa da considerare in base ai punti di vista. Una casa ben protetta, senza aver bisogno di dimostrare niente a nessuno, è un luogo dove si può vivere bene, in pace con sé stessi e il mondo.
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