di Liana Monti
L’edificio è quello di allora
In città lungo una via trafficata
Auto in attesa, è rosso ancora
Ragazzi che vanno alla fermata.
Ritornare fa un certo effetto
I ricordi riaffiorano alla mente
Apro la porta con rispetto
Osservo l’interno lentamente.
Sentirmi un fantasma fra gli studenti
Visi giovani, sereni, sorridenti
Ci accompagna un professore
sulle scale per andare al piano superiore
Qui non c’era mai stato l’ascensore.
Un quadro ricopre la parete centrale
Così enorme che domina imponente
Sull’atrio illuminato da un faro lucente
Donazione di un ente culturale.
Lunghi corridoi, ampie vetrate
Avevano distratto le nostre giornate
Durante l’intervallo o prima di entrare
Seduti sul balcone a chiacchierare.
Ogni porta è contrassegnata
Per la classe a cui è dedicata
Con un numero e una lettera abbinata.
Entriamo nell’aula, la stessa di allora
Banchi scarabocchiati, muri scrostati
Così come i ricordi che sono affiorati.
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