di Bianca Mannu
Come rimessi a nuovo - sutura ombelicale
sensi sangue saliva voce
lobi del cervello e animali umori -
mi furono promessi giorni
redenti dai ceppi del servaggio
Astucci - invece - pieni dei doveri dell’adesso
e condotti di ripetute negazioni
per il dopo e l’indomani
e tutti i giorni appresso
il nome “homo” evocato invocato
imprecato sprezzato strizzato
revocato spezzato senso della vita
E alla fine della fuga - scoppiata
in una sincope del tempo - animali morti
sono i giorni - intoccabili grevi ispidi
alla pelle-sudario anticipato
per sedizioni covate o sopraggiunte o riesumate
dal cuore rancoroso degli imperi
Alitava a fiotti - rigurgito di rancio -
dalla bocca contratta nel respiro
il vapore del tempo incatenato
all’inutile pulsare della luce
che mi accendeva il corpo
e ne inventava l’ombra sul mio deserto
irto di guerre e fraternità in conflitto
Ma più assoluto s’annuncia l’annullarsi
del tempo - troppo vasto e insieme nullo e repentino -
su una soglia senza segno di lutto
e senza voglia di resurrezione
Nessun commento:
Posta un commento