martedì 18 marzo 2025

Irredenti

di Bianca Mannu

Come rimessi a nuovo - sutura ombelicale  
sensi sangue saliva voce
lobi del cervello e animali umori - 
mi furono promessi giorni  
redenti dai ceppi del servaggio
Astucci - invece - pieni dei doveri dell’adesso 
e condotti di ripetute negazioni
per il dopo e l’indomani 
e tutti i giorni appresso 
Mi transita in corsa - invisibile nume – 
il nome “homo” evocato invocato 
imprecato sprezzato strizzato
revocato spezzato senso della vita
E alla fine della fuga - scoppiata 
in una sincope del tempo - animali morti 
sono i giorni - intoccabili grevi ispidi
alla pelle-sudario anticipato 
per sedizioni covate o sopraggiunte o riesumate 
dal cuore rancoroso degli imperi
Alitava a fiotti - rigurgito di rancio -
dalla bocca contratta nel respiro 
il vapore del tempo incatenato
all’inutile pulsare della luce 
che mi accendeva il corpo 
e ne inventava l’ombra sul mio deserto
irto di guerre e fraternità in conflitto
Ma più assoluto s’annuncia l’annullarsi 
del tempo - troppo vasto e insieme nullo e repentino -
su una soglia senza segno di lutto
e senza voglia di resurrezione

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