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Per l'Europa e per il diritto

(foto Ansa)
(Angelo Perrone) Riprendiamo, da giuristi, un articolo apparso su Questione Giustizia, a commento della manifestazione per l’Europa del 15.3.25 in piazza del Popolo a Roma. Un sentimento profondo e variegato ha animato la partecipazione di 50.000 persone venute da tutte le parti del Paese.
Ciascuno con un’idea e un proposito, uno stato d’animo, perché questa è la preziosa ricchezza della democrazia, però insieme in nome di valori comuni. Tra questi, ognuno può privilegiarne qualcuno, quanto a sensibilità e inclinazione, sempre nel rispetto e condivisione di altri ugualmente importanti.
Vogliamo qui ricordarne appunto una, di parole ispiratrici. E' il diritto, oggi in Italia a rischio di stravolgimento e involuzione a seguito dei progetti governativi di riforma sulla magistratura. Essi mirano in sostanza a ridefinire il ruolo del potere politico, nell'insofferenza per l’osservanza della legge e la legalità. Incidono infatti su un cardine dello Stato democratico, e della Costituzione repubblicana, la separazione dei poteri. A rischio l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

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Il 15 marzo in piazza per l’Europa. Senza simboli di parte, senza diverse bandiere. 
Aderendo ad un’intuizione: cioè ad un sentimento, ad un pensiero che precede, magari di un solo attimo, un bisogno collettivo e gli dà corpo e forma.
Naturalmente ognuno dei partecipanti alla manifestazione avrà nella testa e nel cuore una sua parola da aggiungere e da coniugare con quella di Europa.
Per alcuni, una Europa come agente di pace, in grado di impedire l’adozione di soluzioni inique negli attuali scenari di guerra.
Per altri, una Europa non imbelle, capace di imprimere una decisiva accelerazione al progetto di difesa comune europea e di dedicare una rinnovata attenzione alla spesa pubblica militare, valorizzandone i corollari di impulso al progresso scientifico ed all’economia.
Per altri ancora, una Europa semplicemente consapevole ed orgogliosa di sé che non accetti di vedere offesa la sua storia e la sua ragion d’essere e i valori che rappresenta.
Anche una piccola realtà come Questione giustizia ha in mente una parola - grande - da unire indissolubilmente a quella di Europa: “diritto”.
Una Europa per il rispetto del diritto e dei diritti. 
Per concorrere a restituire credibilità al diritto internazionale, letteralmente devastato dalle recenti violazioni e dal disprezzo delle sue regole manifestato da grandi e piccole potenze, tra cui purtroppo anche il nostro Paese. 
Per garantire l’effettività del diritto dell’Unione, insidiata da sovranismi spontanei o interessati e foraggiati da potenze ostili. 
Per ridare slancio, al suo interno, alle Costituzioni, svisate da discutibili progetti di riforma e da leggi che ne contrastano la lettera e lo spirito.

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