Ad una certa età: provare ad uscirne
di Marina Zinzani
Ci creiamo il nostro inferno e diamo la colpa agli altri. (Charles Bukowski)
Tu, donna, potresti preparare un piatto nuovo ogni tanto, hai migliaia di ricette a disposizione, se ti manca la fantasia. Che so, una serata con la cucina indiana, o greca, piatti fatti con le tue mani, non comprati in un fast food. Pensa a tuo marito, si meraviglierebbe una volta tanto. Ha lo sguardo spento, non te ne accorgi?
E tu, uomo, che percorri le stesse strade ogni mattina, e lavori e lavori, e pensi solo al lavoro perché è pieno di grattacapi portare lo stipendio a casa, e torni la sera che hai ancora il lavoro con te, come un ospite che è d’obbligo a casa tua, tu potresti stupirla tua moglie ogni tanto. E non portarla fuori a cena per un anniversario, quella è cosa ormai scontata, lo fanno tutti, la solita pizza, il solito ristorante, si guarda lo smartphone.
No, dovresti inventarti qualcosa che possa strapparle un sorriso, sorride poco la tua compagna, la sua vita è un vortice di impegni con il vostro bambino, con i genitori anziani, non ha tempo neanche per sé stessa. Non so cosa potresti fare per stupirla, farle suscitare un sorriso, meglio se un bel sorriso se non una risata, non mi viene in mente niente. Ma sei tu che dovresti dare spazio alla fantasia, ammesso che tu ne abbia ancora.
E tu, ragazza in perenne conflitto con la mamma e con il papà, perché richiedi libertà, scioltezza, vuoi liberarti dai lacci, vuoi ragionare con la tua testa, ne avete tante di idee in testa voi giovani ma c’è poco slancio, questo sì, tu dovresti guardare la vita dei tuoi genitori, immedesimarti una volta tanto. Hanno paura, il mondo non è bello là fuori, se mai lo è stato.
E poi guarda tua madre, le incombenze in casa che ha, tu l’aiuti? Perché è diventata madre non significa che il peso della gestione della casa sia tutto suo, non trovi? Prova a metterti nei suoi panni, è stata giovane anche lei. E da giovane anelava ad un bel matrimonio, a dei figli, ad un nido tutto suo.
Oggi la vedi piena di panni da stirare, tuo padre fa poco o nulla per aiutarla, la vedi invecchiata, preoccupata. E tu che vorresti uscire, che vorresti prendere il volo, polemica sempre, le dici di altre madri così permissive.
Guardati attorno, donna di una certa età. Quella parola “certa età” suona sinistra, quando vi si entra. Prima non ci facevi caso, ora quegli anni cominciano a richiamare scenari inquieti. Stai invecchiando. Hai la sensazione che la vita ti è scivolata fra le dita, è triste, di un triste senza soluzione questo.
Ricordi poco o nulla degli anni dietro le spalle, qualche viaggio ogni tanto, questo sì, queste sono state le parentesi migliori. Ma parentesi. La quotidianità ti ha logorato, ti hanno avvilito un po’ anche i rapporti umani, il confronto sincero con le persone non è strada consigliabile da percorrere, ciò che dici può essere usato contro di te, sparso in giro, ti riempiresti di ridicolo forse.
Vita inquieta, e grandi aspettative in uno scenario di lieve amarezza, anche solo di fatica. Però ieri era ieri ed oggi è oggi. Prendi un quaderno nuovo. Comincia a scrivere una nuova giornata, tu donna, tu uomo, tu ragazza, tu donna di una certa età.
Oggi è il mio giorno e lo vivrò come desidero, gli darò un tocco nuovo, come un pittore che mette quella punta di bianco nella pupilla di una donna, gli occhi allora brillano, sono vivi. Così devi dire. Così devi fare. Non arrenderti, coraggio.
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