Alla ricerca della buona sorte, senza fughe
di Bianca Mannu
Il chiasso del mondo e della gente
(usiamo lamentare) ci avvolge e ci distrae -
eppure proprio noi - che siamo la sorgente -
per comodo egoismo le assegniamo
una Fonte – specialmente divina -
un po’ per propiziazione accorta
e da chi può riccamente accreditata.
La sorte si prospetta buona –
avendo esperito agio e salvazione -
alla categoria dei benpensanti
che si reputa innocente
ed è convinta che il buon Dio –
fermo e paziente sulla soglia dell’estuario
l’aspetti sorridente e persino ben disposto
ad arretrare un po’ negli alti Elisi
per accordare altri svaghi secolari
con aggiunta di fiato all’uomo moderato.
I pochi malpensanti – per davvero pochi
onestamente dichiarati –
fanno a buon diritto patti con i diavoli -
anche patti capestro per i diavoli indigenti!
Ben altri accordi fanno con entità eminenti
con cui concertano in sale raffinate
situate negli ipogei pressurizzati
e in elisi terracquei d’incenso profumati
Per le diavolerie di serie
basta la luce del sole
le terrene risorse e gli umani sudori
A strangolare i costi del lavoro
e dare ossigeno all’economia
lavora anonimamente la Competizione
ed è efficacissima nel ridurre il tempo
della vita alle misere persone.
Molti - in effetti e a prova di statistiche -
s’assiepano anzitempo alla divina Foce
Per un dio solo: esorbitante numero di vecce!
Meglio di ogni dio lavorano i marosi -
anche di più la virtù schiavistica
dell’uomo dell’impresa
grande amico dei Soloni
Avviene specialmente così:
che di coloro deputati a vita breve
non si pensa poi un gran bene –
anzi si pensa abbiano anima da iene:
non tutti loro ma certo più d’uno
per troppa rabbia accenderebbe -
come niente - un falò di frasche – ardente -
per friggervi senza rimorsi e in fretta
il suo più meschino concorrente …
E così lui- che alla fiaba un poco
ci ha creduto – col solo sentimento
si gioca bellamente
anche il placebo divino
sognato in chiave conciliante.
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