Strane storie in giro
di Marina Zinzani
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l’anima in fiamme. (Charles Bukowski)
Vai a dirlo al tuo amico, quello che pensa solo al suo piccolo mondo, che hai trovato interessante parlare con un uomo seduto al bar, che beveva già di prima mattina. Si è avvicinato a te, col suo bicchiere in mano, e ti ha parlato di una storia, era una storia fantastica forse, o il fallimento della sua vita raccontato con dovizia di particolari, proprio a te ha detto queste cose, eri uno sconosciuto per lui.
L’uomo col bicchiere di vino in mano ti ha parlato di come è finito in mezzo alla strada, anche se ti ha parlato di un dormitorio, di gente che gli regala ogni tanto da mangiare, alla fine un pasto caldo ce l’ha tutti i giorni, altrimenti c’è la mensa dei poveri, si mangia bene alla mensa dei poveri, dice, è sempre più piena di gente adesso, ci sono anche tanti italiani che hanno perso il lavoro. Come lui. Lui che ti racconta la sua storia, la sua ditta fallita, la moglie che lo ha lasciato, i figli che non vede, cresciuti dal nuovo compagno della madre, è un separato, separato fallito senza più la casa, in mezzo alla strada. Gli amici svaniti, solo uno l’ha aiutato per quanto poteva, ed era il più povero.
Scorrono i minuti e tu ascolti, e cerchi di vedere in quel volto i tratti di un tempo, i tratti di una vita normale, di un uomo con famiglia e un buon lavoro e una certa agiatezza, tutto polverizzato, tutto svanito. I suoi occhi luccicano, il dolore si accompagna a quelle lacrime che sono lì pronte ad uscire.
L’hai ascoltato, lui beve il suo bicchiere di vino, e pensi che quello è solo uno dei primi del giorno, ce ne saranno altri fino a sera, in un’esistenza che sembra non avere più sbocchi. Un uomo invisibile, invisibile, e ti viene rabbia, perché pensi a cosa gli è capitato, e poi ripensi a certe persone che conosci, che sono interessate solo all’ultimo modello di auto, o all’abito di moda, o al ristorante di lusso. Ti viene rabbia e vorresti fare qualcosa.
Guardi l’orologio, devi andare. Probabilmente non vedrai più questo uomo. Ti viene in mente tuo padre, gli ultimi giorni prima di morire, il suo sguardo e il suo silenzio. Ti prende un groppo alla gola. Prendi dal portafoglio una banconota e gliela stringi fra le mani, e lui ti dice grazie con lo stupore di chi non è più abituato a certe cose, a cose buone.
Ti allontani dal bar, con il tuo zaino e prima di uscire giri la testa. La storia di questo uomo è stata una lezione di vita per te, oggi.
Nessun commento:
Posta un commento