Nessun concetto, come la libertà, è così centrale nella vita di tutti: riscoprire il senso autentico della parola
(Angelo Perrone) Nella transizione che stiamo attraversando, questioni nuove investono la dimensione della libertà. Per quanto la storia insegni che si tratti di un valore appartenente all’identità individuale e collettiva del genere umano, gli sviluppi non sono stati coerenti.
Nessun cammino, come quello in nome della libertà, è tanto tortuoso e difficile. La fiducia crociana nel decorso del tempo come “storia della libertà” ha subìto incrinature e smentite. È apparsa troppo ottimistica. Nessun concetto è stato discusso così a lungo e ha avuto alterne fortune.
Il notevole interesse riscosso dal proposito di referendum sull’eutanasia legale (900 mila firma già raccolte), pur dopo l’intervento della Corte Costituzionale riguardante l’aiuto al suicidio nel caso Dj Fabo (art. 580 c.p.), testimonia l’attualità del tema, riassunto nella domanda suggestiva che accompagna l’iniziativa, “vuoi vivere libero sino alla fine?”. La bioetica invita a interrogarci sull’implicazione cruciale e finale dell’essere liberi, la disponibilità della vita stessa rispetto alla morte.
Gli squilibri climatici e i cambiamenti ambientali non riguardano soltanto territori lontani, con esiti che potrebbero lasciarci indifferenti perché privi di conseguenze dirette. Al contrario, essi sempre più determinano ripercussioni in tutti i settori del vivere: l’agricoltura, l’alimentazione, gli spostamenti, i contesti lavorativi ed abitativi. Per mille ragioni, si prospettano limiti allo sviluppo, serve cambiare stili di vita, il prezzo è la rinuncia a quote crescenti di libertà.
La lotta alla pandemia ha posto il dilemma tra salute e libertà, tra rispetto dell’autonomia personale e salvaguardia dell’interesse collettivo alla vita stessa. Non manca occasione per confrontarsi con questa alternativa, senza riuscire a comporre il dissidio.
Il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan ha rinnovato l’antico dibattito sull’esportabilità della democrazia, intesa come sinonimo di libertà, un concetto che rinvia ai diritti individuali e implica una visione dei rapporti sociali, basata sul rispetto della persona, indipendentemente dal sesso o dalle opinioni. Così tutto il senso della lunga presenza occidentale nel paese e il suo esito infausto con il ritorno della dittatura religiosa sono stati scandagliati secondo il criterio conquista-perdita della libertà.
L’orizzonte non è rassicurante, anzi problematico ed incerto. Su più fronti, la libertà è messa in discussione, disattesa ed umiliata, fraintesa e strumentalizzata. Più raramente tutelata e rispettata indipendentemente dal proprio tornaconto privato. È difficile trovare chi voglia prenderla per mano, accompagnandone la crescita.
Soprattutto, è incerta la percezione del significato della parola libertà e delle sue implicazioni: cosa implichi per ciascuno, quali scelte renda doverose o solo opportune. E ciò non solo tra filosofi, giuristi, esteti; nei dibattiti raffinati riservati a pochi, ma anche tra la gente comune, nella dimensione spicciola della vita quotidiana di tutti.
Eppure passato, presente e futuro chiamano in causa costantemente questa sfera; in modo poco appariscente o indiretto, oppure facendovi riferimento esplicito. Comunque, sempre offrendo suggerimenti preziosi.
Nessun cammino, come quello in nome della libertà, è tanto tortuoso e difficile. La fiducia crociana nel decorso del tempo come “storia della libertà” ha subìto incrinature e smentite. È apparsa troppo ottimistica. Nessun concetto è stato discusso così a lungo e ha avuto alterne fortune.
Il notevole interesse riscosso dal proposito di referendum sull’eutanasia legale (900 mila firma già raccolte), pur dopo l’intervento della Corte Costituzionale riguardante l’aiuto al suicidio nel caso Dj Fabo (art. 580 c.p.), testimonia l’attualità del tema, riassunto nella domanda suggestiva che accompagna l’iniziativa, “vuoi vivere libero sino alla fine?”. La bioetica invita a interrogarci sull’implicazione cruciale e finale dell’essere liberi, la disponibilità della vita stessa rispetto alla morte.
Gli squilibri climatici e i cambiamenti ambientali non riguardano soltanto territori lontani, con esiti che potrebbero lasciarci indifferenti perché privi di conseguenze dirette. Al contrario, essi sempre più determinano ripercussioni in tutti i settori del vivere: l’agricoltura, l’alimentazione, gli spostamenti, i contesti lavorativi ed abitativi. Per mille ragioni, si prospettano limiti allo sviluppo, serve cambiare stili di vita, il prezzo è la rinuncia a quote crescenti di libertà.
La lotta alla pandemia ha posto il dilemma tra salute e libertà, tra rispetto dell’autonomia personale e salvaguardia dell’interesse collettivo alla vita stessa. Non manca occasione per confrontarsi con questa alternativa, senza riuscire a comporre il dissidio.
Il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan ha rinnovato l’antico dibattito sull’esportabilità della democrazia, intesa come sinonimo di libertà, un concetto che rinvia ai diritti individuali e implica una visione dei rapporti sociali, basata sul rispetto della persona, indipendentemente dal sesso o dalle opinioni. Così tutto il senso della lunga presenza occidentale nel paese e il suo esito infausto con il ritorno della dittatura religiosa sono stati scandagliati secondo il criterio conquista-perdita della libertà.
L’orizzonte non è rassicurante, anzi problematico ed incerto. Su più fronti, la libertà è messa in discussione, disattesa ed umiliata, fraintesa e strumentalizzata. Più raramente tutelata e rispettata indipendentemente dal proprio tornaconto privato. È difficile trovare chi voglia prenderla per mano, accompagnandone la crescita.
Soprattutto, è incerta la percezione del significato della parola libertà e delle sue implicazioni: cosa implichi per ciascuno, quali scelte renda doverose o solo opportune. E ciò non solo tra filosofi, giuristi, esteti; nei dibattiti raffinati riservati a pochi, ma anche tra la gente comune, nella dimensione spicciola della vita quotidiana di tutti.
Eppure passato, presente e futuro chiamano in causa costantemente questa sfera; in modo poco appariscente o indiretto, oppure facendovi riferimento esplicito. Comunque, sempre offrendo suggerimenti preziosi.
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