di Bianca Mannu
Una mattina il sole fece l’occhietto
all’uomo con gli stracci e lui non si levò
Col più lungo raggio il sole
frugò tra l’erba dell’aiola:
perché tinto di rosso vide il sasso –
e il sasso con quel rosso si spiegò.
Arrivarono uomini in divisa:
Al sasso fu data la qualifica di arma:
ma chi nella notte quell’arma sollevò?
Interrogato - il vento rispose “niente so”
Al sole né quesito né risposta
proprio razionale non sembrò.
Morta - commentò per sé allungando
i raggi e disponendosi a calare …
“Neppure il sole ci sta più con la testa!”
esclamò un brandello di straccio
rimasto a penzolare tra il cespo
di fiori bianchi dell’unico oleandro nano
che dava il suo amaro a una pattuglia d’api.
“La testa ci sta, ma è sbagliata la lettura
del commento: morta è la verità
ancora prima del colpo di teatro”
Così pareva che il sole rispondesse
Ma era solo l’effetto d’un cirro scuro
che il vento agitava sul disco allucinato
Eppure il guizzo della nuvoletta
sembrava agli umani sentenziare così:
Solo chi ha vissuto può morire e muore.
Tanti di noi umani
tremiamo ad ogni schiocco -
ma morire non possiamo:
da sempre morti siamo!
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