« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. »
Piero Calamamdrei, Discorso ai giovani tenuto alla Società Umanitaria, Milano, 26 gennaio 1955
(ap)
Piero Calamandrei (1889-1956) è stato giurista, politico, scrittore, poeta,
docente universitario, membro dell’assemblea costituente. Lui avvocato, ha
scritto, con "L’Elogio dei Giudici", un libro esemplare per arguzia e
profondità di pensiero, dedicato ai giudici e a tutti quanti hanno a cuore il
senso della giustizia.
A distanza di tanto tempo, pur senza averlo mai
conosciuto e tanto meno frequentato, per molti è un amico affettuoso e un
compagno di viaggio, e rappresenta un riferimento ideale al quale ispirarsi
nell’operato quotidiano.
*****
(ap) Piero è lo scolaro buono e preparato, che avrei voluto
come compagno di banco durante i difficili compiti di matematica alle
elementari. Il ragazzo che volevo inserire nella mia squadra durante le
partitelle di calcio che organizzavo sulla spiaggia di Fregene nei mesi estivi.
Sono trascorsi molti anni da quel momento. Mi piace, ora, quando entra all’improvviso nell’aula di udienza, lo vedo fermarsi sul fondo per pochi minuti, guardarsi intorno, ascoltare qualche parola, capire tutto al volo. Non manca mai di lanciarmi un sorriso rassicurante, prima di vederlo sparire.
E’ bello se, al termine di una giornata faticosa, uscendo dal tribunale, mi sento chiamare da lui. Lo riconosco, anche senza vederlo, da quella grossa vociona toscana. Di solito, mi invita a prendere una birra fresca.
Durante il tragitto, mentre gli racconto quello che è accaduto, mi sento appoggiare la sua mano sulle spalle, anche quando si mostra perplesso; mi chiede qualcosa sui processi che ho fatto, gli confido i dubbi che ho avuto, la difficoltà di certe decisioni; poi raggiungiamo un piccolo bar accogliente, e sorseggiamo lentamente la nostra birra parlando del più e del meno.
Non mi stancherei mai di sentirlo discorrere. Finiamo la birra con calma, mentre ci appassioniamo di diritto e di donne.
Sono trascorsi molti anni da quel momento. Mi piace, ora, quando entra all’improvviso nell’aula di udienza, lo vedo fermarsi sul fondo per pochi minuti, guardarsi intorno, ascoltare qualche parola, capire tutto al volo. Non manca mai di lanciarmi un sorriso rassicurante, prima di vederlo sparire.
E’ bello se, al termine di una giornata faticosa, uscendo dal tribunale, mi sento chiamare da lui. Lo riconosco, anche senza vederlo, da quella grossa vociona toscana. Di solito, mi invita a prendere una birra fresca.
Durante il tragitto, mentre gli racconto quello che è accaduto, mi sento appoggiare la sua mano sulle spalle, anche quando si mostra perplesso; mi chiede qualcosa sui processi che ho fatto, gli confido i dubbi che ho avuto, la difficoltà di certe decisioni; poi raggiungiamo un piccolo bar accogliente, e sorseggiamo lentamente la nostra birra parlando del più e del meno.
Non mi stancherei mai di sentirlo discorrere. Finiamo la birra con calma, mentre ci appassioniamo di diritto e di donne.
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