di Marina Zinzani
Inginocchiarsi
e ascoltare la terra, i suoi suoni, i suoi ricordi. Ricordi di ferite, di
battaglie, di sangue versato. Inginocchiarsi e guardare il cielo, c’è qualcuno
lassù che può sentirci?
Inginocchiarsi
e pregare. Pregare davanti a dei fiori, che ne possano sbocciare altri, altri
fiori che siano gentilezza, fraternità, amore. E’ forse lì Dio, in quella
espressione della vita che palpita, nella bellezza stupefacente di un fiore e
nella sua fragilità. Preghiera per ricercare il bene sepolto, antico.
E
allora quel cielo apparirà più azzurro, le nubi grigie saranno spazzate via, un
vento, portatore di cose buone, sfiorerà le nostre mani unite nella preghiera. Voce
nel silenzio, in mezzo ai fiori ritrovare l’umanità, mentre scivola dalle mani
ciò che di brutto c’è nel mondo. Mani unite, l’unione con Dio e con gli uomini.
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