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domenica 22 dicembre 2019

Chiacchiere con uno sconosciuto

Poche ore per una passeggiata a Firenze, lo strano incontro con uno sconosciuto

di Davide Morelli

Mi cambio. Mi metto dei jeans sgualciti. Mi infilo la prima maglia che trovo nell’armadio. Mi metto i calzini. Mi infilo le scarpe. Me le allaccio. Vado subito in bagno. Sono tutto spettinato. Apro il rubinetto. Mi bagno le mani. Mi passo un po’ d’acqua nei capelli. Mi pettino. Mi guardo allo specchio. Osservo attentamente le mie rughe e la mia calvizie. Il mio volto è un poco pallido. Non sono più un ragazzo: ho quarantacinque anni ormai.

sabato 17 novembre 2018

La porta aperta

Officina di S. Maria Novella, Firenze
Un mondo, oltre l’uscio di un negozio: i profumi che portano lontano

di Marina Zinzani

Passare davanti ad un’erboristeria
ha la porta aperta
si sente un profumo
di cosa sa?
Erbe, unguenti
senso dell’antico
che ricorda le medicine dei monaci

lunedì 16 aprile 2018

Parole semplici

Luigi de Filippo e l’amore innato per il teatro

di Giovanna Vannini

Se ne è andato anche Luigi De Filippo. Con Peppino, suo padre, erano considerati "i minori" della dinastia. E' innegabile che la grandezza di Eduardo li abbia offuscati, come sono innegabili e documentati, basta leggere le tante biografie o riascoltare le varie interviste rilasciate, i contrasti che tra loro ci furono.

giovedì 1 marzo 2018

Fuggire dagli inganni

Niccolò Machiavelli
Politica e menzogna: i fini pratici non giustificano la violazione dei principi

di Cristina Podestà 
(Commento a Il successo delle menzogne, PL, 23/2/18)

Come dice Nietzsche "il primo impulso alla verità nasce dall'esigenza dell'uomo di fuggire dall'inganno." Come non essere d'accordo? Oggi tutto è menzogna! Le foto sui social, i sorrisi tra conoscenti, i cibi di cui ci si nutre. Addirittura si potrebbe reputare necessario un legame tra morale e menzogna qualora, quest'ultima, sia uno strumento di offesa.

domenica 12 novembre 2017

Polvere di tempo

Firenze, da San Miniato

Rivedersi a Firenze dopo tanti anni: la memoria di quel che si è stati e di quello che siamo diventati, provando a riconoscersi

di Valeria Giovannini

Gli anni della scuola sembrano non finire mai. La percezione falsata di avere a disposizione l’infinito. Il giro vorticoso del tempo. Una spirale frenetica che si consuma in un istante. Ritrovarsi dopo 30 anni. Un’altra me. Rivedo i gesti, il sorriso. Lo stesso sentimento di vicinanza e di affinità che ci univa.

giovedì 22 giugno 2017

Un pic nic, per le suore

Il buon gusto? Dimenticato a casa, anzi in convento

(ap) La foto ha fatto il giro del web suscitando l’ironia di tanti. «Interverranno gli idranti del sindaco Dario Nardella per fare pulizia?».  «I vigili faranno sloggiare gli occupanti abusivi?».
Un gruppo di 30 suore è rimasto seduto a terra, tra la strada e il marciapiede, a mangiare un panino, poi una mela, dissetandosi con una bottiglietta d’acqua, in via de’ Pecori, strada centralissima di Firenze. Per una mezz’ora, dicono; poi si sono allontanate.

lunedì 15 maggio 2017

Anghiari: memorie e sapori


Il mito della battaglia e il mistero del dipinto di Leonardo esaltano l’identità del borgo medioevale: oggi luogo di cultura, di ospitalità, di gusto

(ap) Una terra di confine immersa nella valle del Tevere, a cavallo tra la Toscana e l’Umbria, ma con una unità geografica che la rende luogo di naturale scambio di merci, di prodotti e di idee. Questa è la terra di Anghiari, il cui nome, per la prima volta, è citato in una pergamena del 1048 conservata a Città di Castello, anche se le sue origini risalgono all’epoca romana. Un paese che vanta origini antiche, posizionato su un’altura a dominio dell’intera valle sottostante, con pittoresche case in pietra, suggestive piazzette, vicoli tortuosi che sfociano all’improvviso su incantevoli paesaggi.

venerdì 27 gennaio 2017

Ancora un giusto tra le nazioni


In memoria della Shoah, sono "giusti tra le nazioni" quanti nella follia dello sterminio hanno saputo essere fedeli al valore della dignità umana

(ap) Un altro nome italiano compare, dal novembre 2012, sul “Muro dell’onore”, che a Gerusalemme ricorda quanti hanno compiuto gesti di coraggio e di solidarietà a favore del popolo ebreo di fronte alla persecuzione nazista. E’ quello di Elia Angelo Dalla Costa (1872-1961), che fu arcivescovo di Firenze durante la seconda guerra mondiale. Lo Yad Vashem - l’istituto storico che tiene viva la memoria della Shoah – gli ha assegnato ufficialmente, alla memoria, il titolo di “Giusto tra le nazioni”, con cui il mondo ebraico esprime la sua gratitudine a chi mise a repentaglio la propria vita per salvare quella degli ebrei perseguitati sotto il nazifascismo.

giovedì 8 dicembre 2016

Il difficile momento dell'audacia

di Paolo Brondi
(Velocità e lentezza: come decidere?)

Il colpo d'occhio, il prendere decisioni improvvise, è una capacità che non va dissipata.
I Greci usavano il termine kairòs, ossia il momento opportuno, che era rappresentato, nella simbologia statuaria, come un fanciullo che era calvo davanti e con un ciuffo di dietro. Da qui il significato del simbolo: se non si afferra l'occasione per i capelli, l'occasione passa.

giovedì 3 marzo 2016

Leggendo Mario Luzi: La sera non è più la tua canzone

di Mario Luzi
(da La ferita dell'essere, ed. La Repubblica)
(Commento di Angelo Perrone)

La sera non è più la tua canzone,


è questa roccia d'ombra traforata


dai lumi e dalle voci senza fine,


la quiete d'una cosa già pensata.
Ah questa luce viva e chiara viene


solo da te, sei tu così vicina


al vero d'una cosa sconosciuta,


per nome hai una parola e s'è perduta.
Caduto è più che un segno della vita,


riposi, dal viaggio sei tornata


dentro di te, sei scesa in questa pura


sostanza così tua, così romita


nel silenzio dell'essere, compiuta.



L'aria tace ed il tempo dietro a te


si leva come un'arida montagna


dove vaga il tuo spirito e si perde,


un vento raro scivola e ristagna.


 

(ap) Il 28 febbraio 2005 moriva Mario Luzi. Manca oggi la presenza di un uomo semplice e modesto, non la sua poesia. La nobiltà del ricordo di Mario Luzi (1914-2005) è sancita da una lapide posta nella basilica di Santa Croce a Firenze, dove quel nome è rammentato tra i grandi della storia, da Dante Alighieri a Michelangelo Buonarroti, da Galileo Galilei a Vittorio Alfieri.
Laureatosi in letteratura francese, la sua prima scelta universitaria fu però la facoltà di legge, ma in breve il richiamo della poesia e della letteratura prevalse su quello del diritto. 
Fu in occasione del suo novantesimo compleanno, nel 2004, che il Presidente Ciampi lo nominò senatore a vita. Alla sua morte, appena un anno dopo, ricevette l’ossequio di molti, personaggi di rilievo e gente qualunque.
Non aveva mai smarrito l’umiltà d’animo e la modestia, con le quali fu sempre disponibile al dialogo, ricevendo spesso, anche negli ultimi anni di vita, studenti interessati al suo lavoro e al suo pensiero, e accettando con loro un confronto intenso.
Gli studiosi lo indicano come espressione della famiglia degli ermetici, anzi il più alto rappresentante dell’ermetismo fiorentino, perché la sua poesia appare a molti «ermeticamente chiusa». 
Il verso suo, così rivestito di tristezza e di inquietudine, quasi disincantato, è, in profondità, fondamentalmente difficile, appunto ermetico. Lo è per l’uso continuo di immagini simboliche, associate tra loro, intervallate dalla sonorità di parole mai casuali, con una sequenza che stupisce sempre.
La lirica moderna di Luzi recupera forme del romanticismo visionario in cui ricorrono le immagini dei paesaggi lunari, delle città spettrali, con i marmi e le pietre preziose, ma anche degli ambienti quotidiani, e dei paesaggi esotici.
In componimenti come «La sera non è più la tua canzone», il verso diventa esperienza dell’esistenza, una creazione letteraria oscillante tra dolore e speranza, nella ricerca, percepita come vana ed effimera, del frammento di vita perduto e smarrito.
Il senso sfuggente del tempo domina la poesia e si connota innanzi tutto della percezione della perdita dei tratti della personalità. Il passare del tempo non provoca solo effetti estetici, mutando l’immagine corporea e le sembianze umane, ma crea un senso di doloroso smarrimento dell’interiorità stessa.
Nel confronto tra identità e mutamento, l’incerta speranza del poeta scruta l’essenza del passato e il suo problematico divenire inseguendo il miraggio di una ricomposizione dell’esistenza e della sua impossibile armonia.
La ricerca del sé pervade questa poesia scrutando i momenti trascorsi e i confini del nuovo e soprattutto enuncia gli esiti del tempo, che provocano sorprese inquietanti (appunto la sera non è più la tua canzone).
Ma ambisce anche a ritrovare l’autenticità del proprio essere, le radici vere dell’esistenza, un recupero del proprio io, una saldatura tra apparenza e sostanza, pur nel tempo che muta inesorabile, in modo da poter dire di aver percepito l’altro nella sua vera identità: «Sei scesa in questa pura sostanza così tua».
Il senso di precarietà e di incertezza nella vita quotidiana ma anche la convinzione di una conoscenza profonda delle cose e delle persone furono rappresentati da Luzi in modo esemplare quando scrisse: «È incredibile ch'io ti cerchi in questo o in altro luogo della terra dove è molto se possiamo conoscerci. Ma è ancora un'età, la mia, che s'aspetta dagli altri quello che è in noi oppure non esiste» (da Aprile-amore, in Primizie del deserto).

domenica 28 febbraio 2016

Una giornata per ricordare Mario Luzi


(ap) Una giornata dedicata alla memoria e alla poesia di Mario Luzi, uno dei grandi della letteratura italiana, nell’undicesimo anniversario della morte, avvenuta a Firenze il 28 febbraio 2005. La città rende omaggio al suo poeta con molte iniziative: concerti, laboratori di scrittura, letture di testi, visite guidate nei luoghi della sua vita. Per ricordare il testimone di un intero secolo, in nome della sua poesia.

lunedì 30 novembre 2015

Ombre della sera

di Marina Zinzani

Le ombre della sera
portano luci sfavillanti di locali
promesse ed emozioni
incontri
voglia di uscire
di vivere la vita e gli anni.
Passa il tempo
le ombre della sera calano
non ci sono più  molte luci
ogni cosa  sembra  già vista.