Il
buon gusto? Dimenticato a casa, anzi in convento
(ap)
La foto ha fatto il giro del web suscitando l’ironia di tanti. «Interverranno
gli idranti del sindaco Dario Nardella per fare pulizia?». «I vigili faranno sloggiare gli occupanti
abusivi?».
Un
gruppo di 30 suore è rimasto seduto a terra, tra la strada e il marciapiede, a
mangiare un panino, poi una mela, dissetandosi con una bottiglietta d’acqua, in
via de’ Pecori, strada centralissima di Firenze. Per una mezz’ora, dicono; poi si
sono allontanate.
Qual
è la notizia alla fine? Perché tanto clamore? Intanto i protagonisti del
bivacco non sono i soliti ragazzacci accaldati, turisti volgari privi di
creanza, e senza rispetto per l’ambiente, insomma quel tipo di persone che
siamo abituati a vedere compiere gesti ineducati nelle grandi città.
Ma si
tratta di un gruppo di suorine, composte ed educate, che pure, per il
necessario spuntino di mezza giornata, non si sono peritate di sostare per
terra in mezzo alla strada, persino, avendo le mani occupate, appoggiando al
muro del palazzo vicino, noncuranti della sua solitudine, la Croce che avevano
portato fino a quel momento.
Poi risalta
pure il disturbante contrasto visivo tra la modestia del gruppo,
nell’abbigliamento e nel modo di porsi, e il luccichio della griffe
pubblicizzata proprio sulle pareti dell’edificio accanto. Un divario tra la
parsimonia dei comportamenti e la ricchezza sfolgorante della moda.
Nella
litania anche stucchevole e inconcludente sul turismo responsabile e di
qualità, con tutti gli annessi (numero chiuso?, tassa di ingresso nelle città
d’arte?, più vigilanza di polizia?, o tutte queste cose insieme), c’è in questo
episodio una nota dissonante, proprio perché riguarda non scalmanati ignoranti ma
persone con intenzioni lodevoli, qualitativamente apprezzabili, intente a svolgere
in una città d’arte un percorso ispirato da ragioni di fede.
Si
discute di misure da adottare, di iniziative da intraprendere per difendere il
buon gusto, di interventi dall’esterno per un turismo di qualità. Discorsi
sacrosanti.
Però tutto è inutile se la buona educazione, il rispetto di sé, che precede quello degli altri, non sono valori sentiti in primo luogo da chi dovrebbe metterli in atto prima che qualcun altro pensi ad esigerli.
Però tutto è inutile se la buona educazione, il rispetto di sé, che precede quello degli altri, non sono valori sentiti in primo luogo da chi dovrebbe metterli in atto prima che qualcun altro pensi ad esigerli.
Nemmeno
la veste religiosa esonera chiunque dall’onere di pensare al buon gusto, qui applicato
allo svolgimento delle necessità materiali, quando si organizza un viaggio.
Almeno per questo aspetto, quando si va in giro non è tempo di avventure.
Ps. La foto è stata scattata da Sergio Scognamiglio
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