Una rivista per le donne, e per tutti
di Catia Bianchi
Effe nasceva nel 1973. Rivista mensile, continuò ad uscire per 10 anni fino al
dicembre 1982. Era diretto inizialmente da Adele Cambria, poi la responsabilità venne assunta, in forma
cooperativa, dall’intera redazione.
Sulla
copertina il sottotitolo, che recava la scritta “mensile femminista
autogestito”, racchiudeva il senso profondo di quell’iniziativa, coltivata da
un gruppo di donne, pieno di speranze e di energie, che peraltro poteva contare
soltanto sull’autofinanziamento e sulle vendite del giornale. Un periodico
autogestito, che per i pochi mezzi a disposizione non poté durare a lungo.
Effe,
prima lettera di femminismo, voleva essere la prima rivista femminista italiana
legata ad un movimento impegnato nel reale, che, a parte i facili slogan, voleva
interrogarsi profondamente sulla condizione delle donne in quel periodo.
Scritta
da donne con occhi di donne, ricca di fotografie e di immagini, Effe, con le
sue inchieste su tutti gli aspetti dell’esistenza femminile, i suoi interventi
sulle grandi questioni dell’aborto e della violenza sessuale, dette visibilità all’impegno
civile delle donne, costituendo per anni un punto di riferimento importante non
solo per loro stesse ma per tutta la società.
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