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(Sei storie, festa del cinema di Roma, 2024) |
Il film non fa sconti, si apre con un cittadino che dice: «La giustizia non funziona», e si allontana dalla cronaca e dal sensazionalismo per offrire sei ritratti: persone sconosciute al grande pubblico.
I protagonisti, diversi per età, ruolo e provenienza geografica, sono uomini e donne che svolgono un mestiere fondamentale. Il documentario cerca di superare i preconcetti che talora avvolgono la magistratura, mostrando che dietro la toga ci sono persone comuni, animate dalle passioni e dai sacrifici che si ritrovano in ogni professione.
La narrazione si concentra sulla routine quotidiana, sulle sfide umane e professionali e sul senso di responsabilità che accompagna l'esercizio di questa funzione. L'approccio non è apologetico: il documentario non nasconde le complessità e le difficoltà del sistema giudiziario.
"Dike" non è un film sui grandi processi, ma sulle piccole, grandi vite che sostengono la nostra giustizia. È un promemoria che la giustizia non è un'astrazione, ma il risultato dell'impegno di uomini e donne come te, che con il loro lavoro cercano di costruire una società più equa.
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