mercoledì 24 settembre 2025

Una pacca sulle spalle per il destino della giustizia

(Il Messaggero)
(Angelo Perrone) La grande questione della separazione delle carriere si riduce a siparietto tragicomico. Un passaggio storico, il terzo di quattro voti, finisce in pagina per un applauso. Ironico, sfottente, irridente.
Nemmeno. Solo l’accusa di un applauso che poi sarebbe una semplice pacca sulle spalle, tra quei due, i più contenti dell’evento.
Sempre loro, il maestro del diritto e l’erede berlusconiano, accoppiata di ferro.
Che pena vedere un'aula parlamentare, teorico tempio del dibattito civile, degenerare in un gesto improprio di esultanza e poi in una rissa. Il dramma, il vero, straziante dramma, è, con la riforma, il suo avvilente contorno. Il sacro si scontra con il ridicolo, e il confronto sulle idee si dissolve in una bagarre di stile, una questione di etichetta degna di un galateo scadente. 
L'unica via d'uscita è il cambio di argomento, una fugace, e probabilmente ipocrita, preoccupazione per Gaza, usata per non dover ammettere che un tema così grave sia stato trasformato in un fastidioso prurito di costume. L'Italia, culla del diritto, si scopre un teatro dove si urla quando basterebbe discutere.

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