Il Padre che non c'è
e il Paese impaurito
di EUGENIO SCALFARI
e il Paese impaurito
di EUGENIO SCALFARI
pubblicato su Repubblica il 24 marzo 2013
Qualcuno s'incomincia ad accorgere che è
venuta meno la figura del padre e che questa lacuna di paternità è una delle
cause non marginali della perdita d'identità e della nevrosi diffusa che da
molti anni affligge il nostro Paese e non soltanto.
La gerarchia familiare aveva il compito di
trasmettere l'identità, la memoria storica e il sapere orale. Ebbene, questo
mondo è affondato. L'affievolimento e poi la scomparsa della figura paterna
hanno molte cause.
Ma una società non può vivere senza modelli
che le consentano di rispecchiarsi e di conservare memoria di sé.
Il disagio che ha pervaso la società
occidentale deriva appunto dall'assenza di rispecchiamento e di memoria. La
stessa decadenza delle classi dirigenti ha la sua causa nel deperimento dei
modelli paterni. Non a caso venivano chiamati "padri fondatori"
coloro che stabilivano le regole della convivenza sociale e politica.
Padri del Risorgimento |
Venuti meno quei modelli la società ha
perso la capacità di darsi regole condivise; si parla di continuo della loro
necessità, ma nessuno è più in grado di produrle poiché a nessuno viene
riconosciuta un'autorità fondativa che superi gli interessi settoriali e
s'imponga in nome dell'interesse generale.
Una società senza padri è dunque destinata
a una continua e progressiva parcellizzazione che ne paralizza il funzionamento
e rende impossibile la produzione di regole democraticamente accettate.
Gli individui non sono in grado di uscire
da questa disagiata condizione che, esaltando gli interessi settoriali e gli
egoismi di gruppo, si allontana sempre di più dalla auctoritas produttrice di norme generali. Il malessere cresce ed è
comunemente avvertito sicché, proprio nella fase in cui la figura paterna ha
ceduto il campo, risorge il bisogno di recuperare almeno alcune delle funzioni
ad essa affidate; anzitutto quella di indicare le regole basilari del
comportamento, di amministrare la giustizia sulla base di quelle regole, di
praticare la caritas e la pietas, due attributi tipici della
figura paterna e dell'autorità fondativa.
Padri della Repubblica |
Ma soprattutto la nostalgia del padre è
motivata dal bisogno di sicurezza psicologica che egli diffonde. Senza di lui
il mondo diventa insicuro per i figli orfani e non preparati a surrogarlo.
Ovviamente non si nasce padri, lo si
diventa col vivere e attraverso il vivere. Lo si diventa quando si riesce a
comprendere l'Altro superando le ristrettezze nelle quali l'Io inevitabilmente
ci racchiude.
Ci sono state e sempre più ci saranno donne
in grado come e più degli uomini di darsi carico dell'altrui.
Ecco perché la auctoritas paterna, con il suo corredo di giustizia, comprensione,
regole condivise, carità e pietas non
sarà appannaggio soltanto maschile in un mondo dove i limiti del sesso sono
stati infine dissolti in una più ampia concezione della humanitas.
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(ap) Eugenio Scalfari ricorda che questo
testo – qui riportato in modo sintetico - fu scritto quindici anni fa,
esattamente il 28 dicembre 1998, su Repubblica. Stava per scadere il mandato di
Oscar Luigi Scalfaro da presidente della Repubblica. Nel maggio del 1999 fu
eletto Carlo Azeglio Ciampi e nel maggio del 2006 Giorgio Napolitano, entrambi
dotati di “quel requisito di civica paternalità” che sono auspicati nel testo
che precede. E’ stato ripubblicato il 24 marzo 2013 sullo stesso giornale, nell’imminenza della
scelta del nuovo inquilino del Quirinale.
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