La stenotipia e il processo: la storia delle persone che sono
coinvolte in una lotta per la dignità di un servizio pubblico
di
Catia Bianchi
Ciao.
Sì, sono la stenotipista di tribunale,
e sono anche l’anonima stenotipista,
che ha scritto post e commenti su questo blog e in rete. Sono quel che
definiscono una “toscanaccia”, e vivo in un paesello toscano "fra i
lupi" (ma forse è solo invidia per l'aria fresca che qui tira nonostante
le temperature bollenti di oggi). Di lavoro, appunto, sono stenotipista presso
il tribunale di Pisa dal 1993.
Anonima
io? Mai più dopo quei primi scritti. Non è più tempo di fantasmi per tutta la
nostra categoria, dai fonici, ai trascrittori, agli stenotipisti, a chi
sta a stampare documenti e consegnarli nelle cancellerie, a chi organizza la
copertura delle udienze, a chi resta reperibile per le direttissime mentre il
resto del mondo è sotto l’ombrellone.
Quella categoria rappresentata alla fine
da un soggetto che compare poco o nulla nelle foto che riprendono le aule di
udienze e i processi famosi, quelle che fanno il giro dei media, perché è sempre da un lato, il meno ripreso: è quella
figuretta con le grandi cuffie in testa, sempre china su una tastiera, pochi
sguardi in giro.
Siamo
in attesa della sentenza del Consiglio di Stato che dovrebbe pronunciare la decisione
finale sulle modalità di svolgimento della gara indetta dal Ministero della
Giustizia per il servizio di stenotipia presso tutti i tribunali italiani. E
che ha scombussolato ogni cosa, dalla regolarità del servizio, alle nostre vite
lavorative.
Già
il fatto che l'abbiano presa subito in decisione può essere un segnale
positivo; noi siamo del mestiere e sappiamo che il rischio di riparlarne a
Natale c'era.
Con tutto il boom che abbiamo fatto, ci voleva anche questo, che si prendessero troppo tempo per decidere!
Con tutto il boom che abbiamo fatto, ci voleva anche questo, che si prendessero troppo tempo per decidere!
Siamo
“guerrieri” come dicono i vincitori della gara che contestiamo? Stiamo facendo
una “resistenza”, (con il sottinteso che sia ingiustificata) come dicono gli
stessi? E se avessero ragione, almeno in questo? Si. Forse siamo guerrieri che
resistono.
Per
il resto, cioè sul merito di tutta questa vicenda (sconosciuta ai più forse, ma
ora un po’ più nota per il baccano fatto), il vecchio detto dice: "Presto
e bene non stanno assieme": ogni lavoro ha bisogno del suo tempo, la
fretta non permette di fare bene le cose. Ci vogliono serietà, preparazione,
formazione.
Vi
pare che siano state usate fin qui se ora, dopo la trionfale vittoria nella
gara da parte di un Consorzio privo di esperienza nel settore, di macchinari e
persino di personale, sono stati diffusi migliaia di annunci per reperire in
fretta e alla buona il personale necessario?
Li
abbiamo visti raccomandarsi in tutti i modi perché si passasse dall’altra parte
e si accettassero retribuzioni indecorose. Li abbiamo anche visti promuovere “partecipazioni
popolari” della categoria, con inviti a tavole rotonde, quando per raccogliere
coloro che hanno accettato sarebbe bastato un tavolinetto da pic nic.
Tensione,
stanchezza, dopo giorni di lotta. Discussioni a non finire, contatti a tutte le
ore, gruppi sul web e sul telefono. Ne valeva la pena?
Sappiamo che ci siamo
sentiti nel giusto, non solo perché era in discussione il nostro interesse
lavorativo, ma perché pensiamo di aver fatto qualcosa di buono proprio come
cittadini. Quello era davvero il nostro posto.
Condivisibile la battaglia ma mi chiedo:Astrea era così brava nella gestione? Non so come funzionasse dove lei lavora ma noi siamo stati costretti a regalare ogni mese 14 ore non pagate su 54 che facciamo. Per non parlare di otto mesi passati coi voucher accumulando quasi quattro mesi di arretrati. Non so come andrà ma sto sentendo parlare troppo bene di Astrea.
RispondiEliminaEgregio Anonimo, proprio sicuro di aver avuto rapporti di lavoro professionale con AstrEa? A volte basta una vocale per fare la differenza. Astrea per esempio è simile a Astra, fondata nel 1946 per il ricondizionamento di residuati bellici, destinati così all’uso per finalità civili. Nel 1951, l’azienda, trasferitasi a Piacenza, sviluppò il primo veicolo originale, “Astra” appunto, per il settore minerario e del movimento terra. Un’altra storia.
Eliminasi fidi che non mi sbaglio
EliminaMi fido spesso di persone che conosco e spesso ho dovuto ahimè ricredermi.
EliminaFidarsi di un Anonimo mi resta davvero difficile, anzi impossibile. Ad ogni modo, La ringrazio per l'attenzione accordatami.
Catia Bianchi
Grazie a te Catia, grazie a voi , vi siamo nel cuore...
RispondiEliminaUn abbraccio. Forte
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