(Angelo Perrone) Ottanta docenti giuriste si sono opposte all'introduzione di un reato autonomo di femminicidio. Il loro appello, apparentemente controintuitivo per la provenienza dal genere femminile, evidenzia che un simile provvedimento non ha ridotto gli omicidi di donne dove già applicato.
Le esperte sottolineano i diversi aspetti critici della proposta. Superando schematismi di genere, sottolineano l'inutilità sanzionatoria della norma, poiché il codice penale già prevede pene massime tramite aggravanti esistenti. Temono inoltre problemi di determinatezza e coerenza con il principio di uguaglianza.
La critica va oltre il caso specifico: si denuncia una tendenza legislativa che privilegia il simbolo alla sostanza, generando un diritto penale "di facciata", inefficace e potenzialmente dannoso per lo Stato di diritto. Uniamo a quella delle giuriste, la nostra riflessione, pubblicata il 17.6.25 sul magazine Eurispes.it.
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