di Cristina Podestà
Il racconto La
scomparsa d’Alberto (Pagine
Letterarie, 12 luglio 2014) è
ricco di spunti: un figlio troppo perfetto, inascoltato, considerato in tutte
le grandi manifestazioni delle sue non comuni capacità; un ragazzo di
soddisfazione per la famiglia, attento a non sbagliare mai una mossa,
l'orgoglio dei genitori.
Un ragazzo incatenato, insoddisfatto del suo ruolo, costretto alla recitazione. Questo emerge di lui; povero Alberto! Ma una famiglia può davvero fare tanto male ad un figlio?
Un ragazzo incatenato, insoddisfatto del suo ruolo, costretto alla recitazione. Questo emerge di lui; povero Alberto! Ma una famiglia può davvero fare tanto male ad un figlio?
L'autore mette
in evidenza una delle piaghe che torturano i giovani, soprattutto quelli di
oggi. I genitori, insensibili, vivono il proprio riscatto nelle molteplici
attività che fanno svolgere ai loro ragazzi. La frustrazione del fallimento dei
loro studi, dei propri sogni, delle aspettative ricadono ciecamente sui poveri
figli smarriti che devono, a questo punto, vivere due vite senza sbagliarne
neppure una.
Il tema è
oltremodo scottante e attuale; la modalità stilistica e narrativa delicata, e
la lettura diventa un enorme piacere.
Nessun commento:
Posta un commento