di
Marina Zinzani
La solitudine
dell’anziano in casa.
Non c’è niente alla tivù la domenica, i vicini sono usciti.
Ore lunghe, un giornale da leggere.
Alle undici e trenta mettere sul gas il tegame con l’acqua, c’è un sugo in
frigo. Un piatto di pasta e una mela.
La solitudine di un
giovane il sabato sera. Ritrovare gli amici, ci sono altre ragazze, non le conosci. Prima la
pizzeria, e poi si va a ballare. Volti nuovi, capelli lunghi, smalto verde
sulle unghie, ridono.
E’ finita. Mi dispiace ma è finita.
Il volto di lei che riappare, luce di fronte a queste ragazze, luce che si è
spenta. E’ finita. Che pizza prendi?
La solitudine
dell’insegnante.
Ragazzini davanti che sghignazzano, che guardano fuori, sguardi vuoti, a
nessuno interessa Leopardi. La mia voce che esce, inascoltata. Nessuno qui
dentro ama i poeti.
Ideale di vita in frantumi,
comunicare, trasmettere, formare. Avvicinare i giovani alla letteratura, alla
bellezza. Sogno infranto, diventare quasi patetici parlando di un poeta.
Sollievo, la campana che suona:
questi giovani si alzano come una liberazione.
La solitudine della
madre in casa con il suo bambino. Ha pochi mesi, è la gioia di tutti, i nonni vengono a
vederlo ogni giorno. Il marito telefona. Telefona più spesso ultimamente, forse
è preoccupato per i suoi sbalzi d’umore. Depressione post partum?
Casa e silenzio. Non sarò più
libera. Vincolata a lui, ai suoi bisogni, ai suoi orari.
Gioiello, vita che cresce, amore di
mamma. Perché piango allora?
La solitudine dell’imprenditore. Conti in rosso. Dovere licenziare.
Operai che sono con me da anni. Siamo come una famiglia. E io devo… Cosa faranno? Non troveranno più niente alla
loro età…
Domenica mattina in azienda, non c’è
nessuno, scrivanie vuote, tute appese, il lavoro di una vita, ancora un anno e
dovrò chiudere…
A casa non sanno come stanno le
cose. Ogni giorno è dura, dura, dura…
La solitudine della
donna a cinquant’anni. I figli sono cresciuti, hanno la loro vita ora. Io non servo più, sono
quasi in mezzo.
Finalmente ho tempo per me stessa,
per coltivare un hobby, per leggere un libro, per fare un viaggio, per ritrovarmi
con il mio compagno.
Ma le parole non escono, forse non
c’è più niente da dire, solo cose di casa, la spesa, le bollette,
l’assicurazione da pagare.
Hobby che appaiono cose forzate,
tenere il corpo in forma, iscriversi a una palestra. Corpo estraneo, stanco,
senza più tono.
Ho dato tutto, sono svuotata, sola.
Ho dato ogni attimo della mia vita per trent’anni ai miei figli. Usciti dal mio
ventre, nutriti con la mia linfa. E ora…
La solitudine del
marinaio. Di notte,
con il mare minaccioso, il mare che si ingrossa. Buio, qualche rara luce, fa
freddo. E’ solo il pensiero di tornare a riva, dalla moglie appena sposata, che
riscalda.
Arriverà a casa e la troverà, i
capelli raccolti, un bacio sulla fronte. Il pranzo preparato con cura, un buon
profumo in casa, mani che si sfiorano.
E’ bella la vita, perché ti ho
incontrato.
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