di Valeria Giovannini
All'avvio di Italissimo, il nuovo Festival di
letteratura e cultura italiana, a Parigi, Alessandro
Baricco è stato intervistato (Repubblica del 9 aprile 2016) sul compito della
letteratura in un mondo sconvolto da violenza e tragedie. Secondo l'autore, gli
scrittori sono artigiani che guardano il mondo, evitando di lasciarsi
travolgere. I libri offrono la straordinaria consapevolezza di porre ordine nel
caos del mondo e di creare bellezza. Evidentemente, dal punto di vista
privilegiato dell'artista, rispetto al quale la realtà resta sullo sfondo.
Anzi, spesso nemmeno si palesa. E lo scrittore, dice Baricco, è libero di
continuare a inseguire le sue ossessioni.
Quante volte nei
libri prendono forma pensieri e sentimenti, i nostri. Quante volte le parole ci
raggiungono come lampi fulgenti. E danno voce a nostri vissuti. E sogni. E
simboli. Le parole sono punti di partenza. Per amplificare un sentire. E
lasciar risuonare note che ci appartengono. E quando capita, l'incanto della
lettura ha compiuto il suo piccolo, immenso miracolo.
L'immenso fascino della lettura e di chi si fa interprete della realtà.
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