di Cristina Podestà
(Le fiabe, nell’immaginario collettivo)
Parlavo qualche tempo fa con gli studenti dell'importanza delle
fiabe di un tempo. Esse nascondevano verità assolute, con enormi ed utilissimi
significati di carattere antropologico e culturale. Rientrando nell'immaginario
collettivo dei popoli antichi che, di generazione in generazione
rappresentavano usi e costumi, riti religiosi e pagani, sono sempre state
simboli delle organizzazioni sociali e familiari, mezzo fondante di educazione
dei bambini, non essendo bugie ma contenendo una educazione morale.
Sono cresciuta, come tutta la mia generazione, ascoltando le fiabe dei fratelli Grimm. Le loro storie, dai molteplici significati, rappresentavano l'anima del popolo, erano frammenti di saghe e miti germanici, e contenevano un messaggio valido per far superare le paure infantili e portare all'iniziazione i bambini, nell'ottica della conoscenza dell'esistenza del male nella realtà e nella capacità del superamento. Erano tempi quelli! Erano bei tempi.. "Sentivo mia madre, poi nulla... sul far della sera."
Sono cresciuta, come tutta la mia generazione, ascoltando le fiabe dei fratelli Grimm. Le loro storie, dai molteplici significati, rappresentavano l'anima del popolo, erano frammenti di saghe e miti germanici, e contenevano un messaggio valido per far superare le paure infantili e portare all'iniziazione i bambini, nell'ottica della conoscenza dell'esistenza del male nella realtà e nella capacità del superamento. Erano tempi quelli! Erano bei tempi.. "Sentivo mia madre, poi nulla... sul far della sera."
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