di Giovanna Vannini
Quando da lontano sentivano il motore lanciato della jeep di Cristopher, si
mettevano in posa. A vicenda si rassettavano, pregando ognuna il vento padrone,
di mettere più forza, più impeto, nel suo movimentato mestiere, così da
sganciare almeno di una il paletto, spalancarne la porta. Cristopher,
perennemente in ritardo, alla bocca in metallo già aperta, si sarebbe fiondato,
depositando nel ventre di ferro, cibo buono per quella giornata. Una sgommata
polverosa e poi ripartiva. Nella nube restavano ferme, a scambiarsi
impressioni sul peso lasciato negli stomaci arrugginiti, immaginandosi il
sapore del contenuto, pontificando su chi ne avrebbe del gusto goduto... Una
vita in attesa la loro. E intanto calava la sera…
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