Polittico di Simone Martini, 1320, Museo San Matteo, Pisa (foto ap) |
di Marina Zinzani
Se
scrivere è come pregare…
Se
quel momento di raccoglimento, pausa e percezione di sé, diventa ascolto delle
proprie emozioni, delle riflessioni della giornata o degli anni, passati e da
divenire.
Se
l’ascolto dell’altro è come pregare…
Se
quel momento diventa cosa lieta e una mano delicata si posa sulla spalla, la mano
che alza il mento dell’altro e gli estorce un sorriso.
Se la presenza, paziente e amorevole, diventa incontro di anime.
Se la presenza, paziente e amorevole, diventa incontro di anime.
Se
proteggersi è come pregare…
Se
chiudere la porta a ciò che è crudele, vuoto, insensato, dispendioso di
energie, inutile, avvicina al calore di una fiamma, di un fuoco. Rinchiudersi
nella propria casa, anima, per dare amore a noi stessi.
Se
sognare è come pregare…
Volare,
con la mente, con le cose impossibili che si devono realizzare, con l’impeto
perduto o mai avuto, con il contagio delle cose giuste, con la forza delle cose
vere, la verità e il sorriso che traspare, dopo innumerevoli cammini.
Anelito
di una leggerezza perduta, di una pace dimenticata: strade della preghiera,
ritrovare una voce, dentro di sé.
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