(foto ap) |
di Marina Zinzani
Premessa. Secondo la medicina tradizionale cinese, gli elementi che governano la natura, ed influenzano l’uomo, sono il legno, il fuoco, la terra, il metallo, l’acqua.
È rosso il colore della rabbia, fuoco che divampa, che brucia, soprattutto la ragione. Fuoco che si fa beffa dei ragionamenti, delle sfumature, e non conosce mediazioni. Nel suo divampare si possono bruciare relazioni, rapporti, perché ciò che è detto e fatto non si può annullare, rimane, sedimenta, occorre poi molto per ricucire, occorre richiamare acqua e motivazioni, la speranza di un perdono.
Il fuoco ha scaldato cuori, famiglie, dando l’identità di un nucleo, persone che trovano un’ancora, un punto di appoggio. Ed è fuoco anche la passione, che cancella legami esistenti, che si impossessa dei cuori e della ragione. Un fuoco che fa esplodere la vita, miracoloso nel suo permettere, come per magia, di vedere la realtà con altri occhi. E tornano forze inaspettate, il dolce di una pienezza del cuore.
Anche se spesso questo fuoco non mantiene la sua fiamma magica, ma si attenua, piano piano, inesorabilmente, e a poco serve il mettere altra legna, i giochi sono in alto, in leggi non scritte, le passioni bruciano, si bruciano, gli amori svaniscono. O si trasformano in altro, lungo un percorso di maturità, accettazione, conoscenza delle molteplicità di un sentimento.
Fuoco è il passato, nei ricordi di un bambino, nello scaldare le mani sopra le fiamme, in case fredde, con il calore di qualcuno, di un padre, una madre, un nonno.
Il fuoco è la rabbia giusta, è lo sdegno detto a qualcuno o rimasto segreto, come un urlo silenzioso. L’urlo, la catastrofe, l’urlo di Munch che evoca orrori quotidiani, la saturazione della mente che fa sentire inermi di fronte alla violenza.
Il fuoco è gioia, vita e riprendere il gusto della vita, un pizzico di follia, il mettersi in gioco, il fare cose mai fatte, il non prendersi troppo sul serio, l’usare l’autoironia. È un fuoco buono, portatore di risveglio, di leggerezza, lo scaldarsi con energie nuove, alla ricerca di forme di calore.
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