(ap) Al ricordo di una
umanità violentata dalla furia omicida e al pensiero dell’innocenza offesa,
monito entrambi per tutte le generazioni e per tutti i tempi della storia, fu
dedicata, su questo blog, la nota del giugno 2012: “Un ricordo, a Sant’Anna di Stazzema”, http://angeloperrone.blogspot.it/2012/06/ricordo-s-anna-di-stazzema-lu.html.
"Nessun popolo può dimenticare le sofferenze del passato. Esse hanno
segnato indelebilmente la nostra coscienza civile. Le inchieste giudiziarie
possono essere archiviate, come ha fatto la Procura di Stoccarda nell'ottobre
scorso. Ma nulla potrà mai fermare il nostro ricordo". E' un passaggio del
messaggio che il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha inviato al sindaco
del Comune di Stazzema, Michele Silicani. "Signor Sindaco, nella
ricorrenza dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema intendo unirmi idealmente alla
vostra comunità, al ricordo delle tante vittime, dei bambini, delle donne e
degli anziani barbaramente trucidati dalle truppe nazifasciste", prosegue
Grasso ricordando che "le disumanità e la ferocia perpetrate nella strage
di quel 12 agosto 1944, ed in quelle che seguirono nel mese di settembre
rappresentano una ferita ancora oggi aperta per il nostro Paese e per l'Europa
intera".
Dunque, riprende Grasso, "rinnovare la memoria significa reiterare
un'alleanza tra le passate e le future generazioni fondata sulla consapevolezza
che insieme possiamo evitare che si ripropongano i tanti orrori del
Novecento". "E' un impegno collettivo - conclude il presidente del
Senato - che deve trovare nella fede per la democrazia, per la libertà e la
giustizia il proprio alimento quotidiano. Sono certo che i giovani di Sant'Anna
sapranno fare tesoro della sofferenza subita dalla loro terra, testimoniando in
tutto il mondo i valori del dialogo e della tolleranza".
Il 12 agosto 1944 tre reparti della sedicesima divisione granatieri
corazzati delle SS circondarono il paese di Sant'Anna di Stazzema (Lucca)
compiendo una strage: 560 civili uccisi, soprattutto bambini, donne e anziani.
Un eccidio che fu possibile grazie all'aiuto dei fascisti collaborazionisti.
Secondo quanto emerso dal processo del tribunale militare di La Spezia e
conclusosi nel 2005, i nazisti rastrellarono donne, bambini e anziani, (gli
uomini riuscirono a scappare nei boschi), li chiusero nelle stalle o nelle
cucine delle case e lì li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano. Il resto
lo fece il fuoco, che cancellò ogni traccia di quella mattanza.
Nel 2005 si è concluso il processo del tribunale militare di La Spezia che
ha stabilito che l'eccidio di Sant'Anna fu un atto terroristico premeditato e
curato in ogni dettaglio: l'obiettivo dei nazisti era quello di distruggere il
paese e sterminare la popolazione, così da interrompere qualsiasi collegamento
tra i civili e i partigiani della zona. Il tribunale ha condannato
all'ergastolo 10 ex SS. La sentenza fu poi confermata sia in appello che in
Cassazione.
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