di
Cristina Podestà
Commentando Quale
famiglia di P. Brondi (PL, 11/11/15)
Il disgregarsi della famiglia, l'adultizzazione del bambino che,
troppo presto, si autogestisce mangiando merendine e giochi violenti su pc e cellulari, per pranzo e cena. Sono costernata nell'udire minori che, con non celata
disinvoltura, mi apostrofano dicendo che non hanno il materiale scolastico
perché dimenticato a casa del fidanzato di mamma.
Mi dispiace. Mi rattrista un'infanzia buttata, perduta, senza Gesù Bambino né
Befane che lascino doni sotto un unico albero e non in svariate case, dove a
Natale si mangia al ristorante con tutta la famiglia allargata perché in case
private si imbarazzerebbe qualcuno.
Gli adulti giocano al computer! Non con i figli! E messaggiano
virtualmente con chissà chi e i figli devono dormire presto per non disturbare.
È un mondo senza valori, dove si uccide con una facilità che
farebbe inorridire l'uomo di Neanderthal, dove si compra tutto, anche gli
affetti. È un mondo triste, di solitudine e senza creatività. Non vedo grandi
soluzioni, non almeno a breve.
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