(ap) Sono stati i gondolieri ad accompagnare Valeria
Solesin nell’ultimo viaggio. Su un letto di rose bianche, tra silenzi ed
applausi. Dall’androne di Cà Farsetti, la sede del municipio a Venezia, a
piazza San Marco. Sullo sfondo, l’inno di Mameli e la Marsigliese. Una intera
città in lutto e con essa il Paese.
Valeria mancherà a questo Paese e a
ciascuno di noi. Mancherà la sua voglia di vivere, la gioia dello sguardo dolce
e illuminato, l’operosità dei gesti quotidiani nello studio, nel lavoro, nello
svago: l’università, i bistrot, il quartiere, i teatri. “La nostra dignità è un
atto dovuto”, ha detto il padre Alberto tra le lacrime, celate dagli occhiali
scuri. Un esempio, per non arrendersi.
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