Liliana Segre |
Due
storie simili con un destino diverso, Anna Frank e Liliana Segre. La parola racconta lo sterminio e indica il dovere
civile della memoria
di Angelo Perrone *
13 anni e la vita cambia, per sempre. La stessa età adolescenziale, quella dei giochi e della spensieratezza, segna una svolta in due esistenze così diverse e pure parallele, accomunate in due paesi differenti durante il dominio nazi-fascista – l’Olanda e l’Italia - da un solo elemento, essere ebrei in un mondo scatenato barbaramente in un disegno di eliminazione del “diverso da sé”. Le vite e le storie di Anne e Liliana.
Con un destino che accompagna la prima allo sterminio nazista e la seconda ad una condanna per tanti versi non meno crudele perché duratura, la condizione dolente di essere sopravvissuta alla barbarie e di portare nella propria carne le stigmate di quel dolore senza fine.
Un
diario è il lascito morale della bambina nascosta in un luogo segreto nel tentativo
inutile di sfuggire alla barbarie. Una voce sommessa e tuttavia forte, costante,
mai esitante, è il retaggio della donna che per pura fortuna è riuscita a
sopravvivere. Tracce indelebili, entrambe, di una testimonianza che rende la
memoria così preziosa per tutti.
Era
il suo compleanno, il 12 giugno 1942, quando Anne ricevette in regalo un
quaderno a quadretti dalla copertina rossa. Avrebbe scritto in breve su di esso
la più struggente testimonianza lasciata da una giovanissima prima di essere
travolta dalla repressione nazista contro gli ebrei. Aveva appunto 13 anni Anne Frank quando, con quel quaderno
appena regalatole, dovette rifugiarsi in un alloggio segreto, lei e la sua
famiglia, per tentare di sfuggire ai rastrellamenti.
Anne Frank |
Riempì
in breve tempo tutto il suo diario dalla copertina rossa, e poi continuò a
riempiere altri quaderni. Raccontò i sentimenti così contrastanti che provava
in quella prigione, la paura di essere scoperta e la speranza di uscirne
nonostante tutto quello che stava accadendo. La penna su quei fogli, una grafia
minuta, raccolta e regolare nei quadretti delle pagine, resoconto delle
vicissitudini quotidiane vissute in una condizione di segregazione innaturale per
un’adolescente, mentre tutto il mondo era sconquassato dalla follia.
E
poi anche racconti brevi di fantasia, e frasi celebri che andava scoprendo ogni
giorno, sorprendendola e incuriosendola nella sua sensibilità di bimba. Nella sofferenza,
guizzi dell’immaginazione e della fantasia più forti persino del timore della
morte. Scritti, quelli di Anne Frank, tempo dopo nel 2009 inseriti dall’Unesco
nella raccolta documentale delle “memorie dell’umanità”, il Memory
of the world Register.
Aveva
la stessa età, 13 anni, Liliana quando venne arrestata a Varese dopo un fallito
tentativo di fuga in Svizzera a seguito della pubblicazione delle leggi
razziali fasciste. L’inizio di un viaggio da parte di Liliana
Segre, con destinazione il campo di concentramento di Auschwitz-Biekenau,
insieme al padre e ai nonni, che non rivide più. Un tatuaggio sul braccio ricorda
ancora che fu l’ebreo numero 75190 ad essere deportato in quel campo.
Un
altro numero, il 25, rimane a raccontare che Liliana, oggi senatore a vita
della Repubblica per decisione del presidente Mattarella,
fu tra costoro, uno dei pochissimi, su 776 bambini italiani di età inferiore a
14 anni, a sopravvivere allo sterminio. Diventando, come lei stessa racconta,
“un animale ferito” che era uscito dall’inferno, e che si sentiva così a
disagio in un mondo che sembrava tanto desideroso di dimenticare gli eventi
dolorosi del passato, avido solo di spensieratezza, lei così chiusa nei suoi
ricordi indelebili e nella sua tristezza.
L'ingresso del campo di Auschwitz |
Un
silenzio mantenuto per alcuni anni, poi interrotto dal continuo peregrinare
nelle scuole
per raccontare ai più giovani, a cominciare dai 13enni di oggi, la sua storia,
il marchio indelebile dell’obbrobrio razzista. Fino al tributo reso ai suoi
“altissimi meriti sociali” dal presidente della Repubblica con la nomina a
senatore a vita. A testimonianza di un pellegrinaggio di vita e di speranza nel
presente, nel ricordo di quell’eccidio da cui riuscì miracolosamente a salvarsi
lei, ma non Anne. Un monito contro le recrudescenze attuali del fascismo sotto
ogni forma, nella vita politica, nella dimensione sociale, persino nello sport,
che offendono non solo i sopravvissuti, ma la memoria civile dell’umanità.
A
distanza di tanto tempo e in situazioni politiche così modificate, quando ci si
riferisce a quegli anni la tentazione è quella di utilizzare strumenti
archeologici per confrontarsi con le vicende del passato, lo constatiamo ogni
giorno con sofferenza. Una tendenza che porta rapidamente a archiviare ciò che
è accaduto come se non ci riguardasse e non avesse nulla da dirci oggi, e a smarrirne
il senso per il presente.
Diario di Anne |
Si
giunge persino a stravolgere il lascito storico di quel periodo con le affermazioni
sulle “cose buone fatte dal fascismo”, come da ultimo a Radio Capital ha detto
il leghista Matteo Salvini, con la scarsa percezione della pericolosità di
certe forme di esaltazione simbolica di quel regime (saluti e cori fascisti,
adesivi con il viso di Anne Frank) utilizzate nel tifo calcistico (è accaduto
con i tifosi della Lazio), con la credulità verso movimenti impegnati solo
strumentalmente (è il caso di “Casa Pound”) nelle periferie disagiate delle
nostre città.
La
memoria non può essere legata soltanto alle vite dei sopravvissuti, ormai
pochi, perché il rischio è che il tempo travolga nella dimenticanza, insieme
alle vicissitudini personali, anche le radici profonde della civiltà umana, che
è uscita, con tanta fatica, da uno dei “buchi neri” più profondi della sua
storia.
Eppure,
proprio la parola, affidata ai fogli lasciati da Anne e alla voce peregrinante
di Liliana, continua a darci forza nel presente spesso così desolante e a
indicarci che il futuro può ancora avere un senso, nonostante tutto quello che
è accaduto. Se quella memoria viene conservata e valorizzata, come
testimonianza imprescindibile della dignità dell’uomo e della sua libertà.
* Leggi anche La Voce di New York:
* Leggi anche La Voce di New York:
Giorno
della Memoria, i 13 anni che accomunano Anne Frank a Liliana Segre, di Angelo Perrone
e comunque, notizia di poco tempo fa, questi sono gli eredi di quella "gloriosa" razza :
RispondiEliminaTest senza scrupoli sulle scimmie, per provare gli effetti dei gas di scarico delle auto: sta sollevando polemiche in Germania il caso sollevato dal New York Times, e rimbalzato oggi sulla Bild, che rivela le torture effettuate su 10 scimmie da tre industrie dell’auto tedesca negli Usa. Sotto accusa sono finite Bmw, Daimler e ancora una volta Volkswagen.
IL LUPO PERDE IL PELO......