La solitudine affligge le nostre giornate. Non solo da vecchi. La nomina di un ministro in Inghilterra per combatterla. Come?
di
Marina Zinzani
In
Inghilterra il premier Theresa May ha nominato un ministro, Tracey Crouch, contro la “solitudine”. E’ un problema sociale che affligge
non solo gli anziani ma anche i giovani, e prova ad affrontare l’argomento
nominando questa figura.
Difficile
pensare però che un ministro possa fare qualcosa per un problema che ha radici
così profonde, soprattutto nella società occidentale. Difficile pensare che
iniziative del governo possano migliorare i problemi così intimi delle persone,
entrare nelle loro case, riparare in qualche modo vite affrante, vuote, deluse.
Però
si può sempre sperare. Ci sono i circoli anziani, i luoghi dove si balla, dove
si gioca a carte. Viene lo stesso una certa tristezza a questo pensiero, come
se neanche in questo modo il problema possa risolversi.
La radice profonda sta
in relazioni congelate con il prossimo, diffidenti, in una sorta di nebbia dei
rapporti umani, logorati da bombardamenti di notizie vuote, da delusioni della
politica che non migliora la vita delle persone, dalla tecnologia che permette
di connettersi con chiunque in tempo reale ma che non risolve affatto la
difficoltà di dialogo, la paura ad aprirsi, allontanando la positività di una
chiacchierata mentre si passeggia o si siede al bar.
L’Occidente,
così emancipato nella tecnologia, ha perduto il pregio della parola, del
sorriso, del conforto, è caduto in una sorta di declino in cui i rapporti umani
sono coinvolti. Mancano gli slanci, i desideri, i sogni. Basta pensare a chi
vede la propria pensione a 70 anni, e un futuro tutto da costruire così
incerto, che non è affatto facile da
costruire.
La
solitudine diventa la compagna inquieta, che assorbe linfa, che muta il cuore
che vorrebbe dormire, dormire un po’ di più. Un tempo c’erano ritrovi anche dalla
vicina di casa, si andava al cosiddetto trebbo e si parlava, si parlava, forse
di cose banali, ma si avvertiva molto meno la solitudine.
Un tempo si bussava
al vicino se mancava lo zucchero, e si iniziavano così frequentazioni, era
piacevole fare due chiacchiere da lui ogni tanto. Ora si teme il vicino, il
nuovo arrivato, non si apre a nessuno.
Basterà
un ministro per migliorare questo problema? Confidiamo, anche se il sorriso è
tiepido, molto tiepido.
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