di Marina Zinzani
(ap) Guardando il film “Sole, cuore, amore” (2016) di Daniele Vicari: presentato alla Festa del Cinema
di Roma e ambientato nella città, attori protagonisti Isabella Ragonese, Eva
Grieco e Francesco Montanari. La storia di Eli, il marito senza lavoro, quattro
figli, che si alza la mattina presto per lavorare. Due ore di tragitto prima di
raggiungere un bar sulla Tuscolana. Una paga al nero, padroni poco comprensivi.
Ma le crostatine che lei fa a mano sono davvero buone e i clienti le
apprezzano. Ci sa fare, Eli, dietro il bancone, e fa di tutto per rendere quel
lavoro gramo e precario, ma pur necessario per far sopravvivere la sua
famiglia, il più possibile gratificante. Forse proprio perché non ha
alternative, e non solo per carattere, non si lamenta troppo. Sognando qualcosa
di diverso, un futuro con più luce.
Donna
che ti svegli alle cinque del mattino, che prepari la colazione al bambino, e
poi esci nel buio della città addormentata.
Il tram, il freddo, persone come ombre, sonno, ancora sonno.
Donna
che scendi alla fermata e vai a lavorare in un bar, e lì la giornata è lunga,
così lunga, e pensi a tuo figlio, a tuo marito, alle mille cose che hai da fare
a casa. Sorridi ai clienti, parli con loro.
Donna
che ti fermi in un negozio, la sera, e compri un piccolo gioco a tuo figlio, ci
pensi da un po’, forse te lo puoi permettere.
Donna
che vai stanca verso casa, il tram e i suoi volti sbiaditi della sera, il
cellulare come compagnia, silenzio, è ancora lontana la fermata.
Donna
che rientri, mille cose ancora ti attendono, altro lavoro che comincia, tuo
figlio è davanti alla tv, devi cucinare qualcosa.
Donna
e la cena preparata, tuo marito e il tuo bambino, stanchezza ma finalmente
calore, un po’ di calore, dopo il freddo del giorno.
Nessun commento:
Posta un commento