Alla guida di un’auto. Com’è difficile con l’età avanzata. I tempi i cui
si usava solo la bicicletta: e tutto era così semplice
Racconto
di Giovanna Vannini
Con le mani strette al volante dell’auto,
sentì il collo cedere sotto la testa pesante. Lasciò che sbattesse sul
clacson. Il veicolo risuonò. Confusione, frastuono di forti emozioni, più forti
del clacson ancora sonante. Mario avrebbe pianto volentieri, ma da sempre una
legge tutta sua decretava che un uomo piange solo in occasione della morte
della madre, e questo era già successo.
Guardò la strada davanti a se. La linea che
segnava lo stop sull’asfalto gli si frantumava davanti, da bianco il colore
andava al rosso e le lettere che la componevano si scambiavano veloci di posto,
come sotto le dita esperte di un prestigiatore.
Ottant’anni compiuti ieri Mario, la patente
scaduta, il rinnovo negato.
Si ricompose nel corpo e nello spirito, mise
in moto e parcheggiò l’auto nel primo posto disponibile. Nel cortile del
palazzo invecchiato con lui, la bicicletta dei giorni da fornaio, tanto,
troppo lontani. Così atletico da sorprendersene, la inforcò. Andando,
andando.
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