Rapporti
amorosi che degenerano in violenza quando le ombre si fanno più pesanti
di
Paolo Brondi
(Commento
a Aurora,
PL 11/1/18)
I
rapporti d’amore, quando sono nella “fase aurorale”, è innegabile che abbiano
il potere di illuminare il grigiore della quotidianità.
Ma poco più in là, quando riemergono le secche di un pensiero saturo, intessuto delle problematiche, delle soddisfazioni e frustrazioni, sperimentate nei primi rapporti di odio-amore durante l’infanzia, sono ombre sempre più pesanti, che trascolorano la luce dell’innamoramento. Allora subentra il gioco o il dramma dell’ambivalenza.
Ma poco più in là, quando riemergono le secche di un pensiero saturo, intessuto delle problematiche, delle soddisfazioni e frustrazioni, sperimentate nei primi rapporti di odio-amore durante l’infanzia, sono ombre sempre più pesanti, che trascolorano la luce dell’innamoramento. Allora subentra il gioco o il dramma dell’ambivalenza.
E
oggi non vale più la delicatezza dell’ “odi et amo…quare id faciam fortasse
requiris, nescio… sed fieri sentio et excrucior..”, ma subentra la violenza:
lui urla, lui picchia, lui se la prende con il bambino. E’ quindi ora che
Aurora difenda il significato del suo nome che è “brillare”, “far luce”, riguadagnando
libertà al suo esistere.
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