Girarsi dall’altra
parte, la complicità occulta con il male
di Marina Zinzani
Meryl
Streep si è difesa dall’accusa di “sapere” di Weinstein e di essersi girata
dall’altra parte. A Los Angeles erano apparsi grandi manifesti, in cui lei era
ritratta sorridente con lui, con la scritta “She knew”.
Di fronte a questa
accusa precisa, fatta anche esplicitamente da più parti, lei ha dovuto
difendersi, dicendo che non sapeva chi era Weinstein in realtà, e del suo
comportamento verso le attrici.
Viene
qualche riflessione sul potente verso una vittima, ed accende una luce su chi è
partecipe tacito di questo, o presumibilmente sa.
Il
girarsi dall’altra parte, il non voler approfondire perché è cosa che non lo
riguarda, ha alla fine un suo tornaconto, e in genere non di poco. Si continua
ad ottenere i favori del potente, in una sorta di complicità silenziosa.
Il non
schierarsi contro, apertamente, o il non interrompere i rapporti con questo
prevaricatore diventa convivenza o subdola finzione, il confine fra accorgersi
o non accorgersi è sottile, e si avverte comunque la voglia di non
approfondire, non impicciarsi negli affari altrui. Anche se sgradevoli.
Alla
fine questo genere di persone si barcamena alla meglio, inseguendo il fatto di
“farsi gli affari suoi”. Non è stato questo necessariamente il comportamento di
Meryl Streep o di altri come lei. Qualcuno ha detto che “tutti sapevamo ma
Weinstein era la gallina dalle uova d’oro”.
Ecco, in questa e in altre vicende
si è preferito il proprio tornaconto al posto di crearsi un problema di
coscienza: di chi essere amico, di chi fa parte della nostra vita, a chi
elargire sorrisi e il nostro tempo, se non la nostra stima e complicità.
Ai Golden Globe le attrici saranno vestite di nero, per esprimere una presa di posizione sullo scandalo molestie che ha dominato Hollywood ultimamente. Nero come colore per ricordare la cupezza, il lutto.
Ai Golden Globe le attrici saranno vestite di nero, per esprimere una presa di posizione sullo scandalo molestie che ha dominato Hollywood ultimamente. Nero come colore per ricordare la cupezza, il lutto.
Un annientamento della gioia,
della speranza, dei propri sogni, del desiderio di un lavoro, anche un modesto
lavoro, corrisponde ad un lutto. Simbolicamente ci saranno tante donne, anche a
casa, quella notte, vestite di nero.
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