Gli
effetti perversi della cattiva politica: avidità, odio, ambizione
di
Paolo Brondi
Se
guardiamo quel che accade intorno, si è raggiunti dagli effetti negativi di una
morale spicciola che si identifica con una rabbiosa e spesso prepotente forma
primitiva di vita sociale.
Sembra
ripetersi oggi quel che già Tucidide (460-404 a.c.) coglieva nell’eclisse della
democrazia ateniese dopo Pericle. Scomparso il capo carismatico – egli commenta
- il demiurgo capace di compensare con le sue doti anche le falle del sistema,
si apre il tempo dei demagoghi, della lotta politica ove prevalgono l’avidità,
l’odio, l’ambizione e, soprattutto, l’infelice tendenza a scambiare la realtà
con i propri desideri.
Dopo
più di due millenni il paragone si arricchisce di nuova drammaticità visto che la
storia e i suoi attori intensificano le falle più che sciogliere.
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