Passa ai contenuti principali

Angelina Mango, a confronto con i padri

di Marina Zinzani

La vittoria di Angelina Mango al Festival di Sanremo fa pensare subito a una cosa: suo padre Pino sarebbe stato orgoglioso della figlia. È riuscita ad emozionare con “La rondine”, quasi a commuovere. Questo pensiero porta alla mente altri scenari, si allarga la prospettiva, il tema diventa molto più ampio.
Viene alla mente ad esempio il figlio che segue la professione del padre, in una sorta di strada a volte tracciata, certo scelta, alla fine. Quel figlio magari non ripete il successo del padre, se questo l’ha avuto, ma la sua strada segna una continuità che porta il genitore ad una soddisfazione, ad un piccolo orgoglio. È un aspetto di storia famigliare, di tradizioni, di aspettative, di continuità legata ad un sentimento di stima ed affetto verso il padre.
Accanto a queste storie, in cui i figli ripercorrono le orme dei padri con soddisfazione, ci sono tante storie in cui le tinte sono più sfumate, anche fosche, e il quadro è ben più contraddittorio. Figli che hanno scelto professioni del padre accorgendosi, magari avanti negli anni, che hanno vissuto per soddisfare il sotterraneo o esplicito desiderio dei genitori, in un contesto in cui si sentono improvvisamente comparse e non protagonisti delle loro vite. Le aspettative possono avere un certo peso, e il desiderio di non deludere un genitore può essere predominante, salvo poi fare i conti con quel sé spesso ignorato.
Allo stesso modo ci sono figli che non sono riusciti a ripercorrere le strade dei padri, non riuscendo ad avvicinarsi al loro successo o alla loro carriera soddisfacente, raccogliendo frustrazioni e disagi. Questo è capitato nel mondo dello spettacolo, la carriera di un grande attore spesso non ha corrisposto ad una carriera di successo del figlio, a parte qualche caso. Nel mondo dell’imprenditoria spesso le seconde generazioni non hanno ripetuto i piccoli miracoli dei padri, che si erano costruiti dal niente.
Il rapporto con la figura paterna, quando questa è carismatica, di forte personalità, con una carriera di una certa importanza, può diventare un confronto perdente, che influenza nel profondo la vita di un figlio. 
C’è chi prende tutto con leggerezza, scegliendo la propria strada, in un clima disteso in cui i genitori danno priorità al benessere psicologico dei figli, lasciandoli liberi di scegliere la propria strada. C’è anche chi prova a ripercorrere la carriera di un padre, ma lo scenario è cambiato, il mondo è cambiato, non è più come decenni fa, nel dopoguerra, in cui c’era voglia di rinascita, di riscatto, in cui la parola carriera aveva un certo significato e le motivazioni erano enormi. Oggi è entrato in scena il disincanto, il lavoro e il successo non sono priorità per molti. 
Chi si accetta per quello che è, con le proprie caratteristiche e i propri limiti, può trovare la sua strada e allo stesso tempo un po’ di serenità, senza dare importanza ai confronti. È tutta una questione di vedute, di prospettive. Conta cosa si intende per felicità. Per alcuni è anche una vita sotto tono, in apparenza, in cui il successo maggiore è nelle proprie mura di casa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...

🎵 Baby Gang e responsabilità: quando sceglievamo l’ultimo LP di Battiato

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). Di fronte agli episodi di cronaca che vedono protagonisti i giovani e le cosiddette "baby gang", la tendenza comune è cercare colpevoli esterni: la scuola, la famiglia, la noia. Ma è davvero solo una questione di mancati insegnamenti? In questo commento, l'autrice ci riporta alla realtà cruda degli anni '80, dimostrando che anche in contesti difficili, tra degrado e tentazioni, esiste sempre uno spazio sacro e inviolabile: quello della scelta individuale. Le inclinazioni dei giovani: gli insegnanti e le scelte dei ragazzi (Maria Cristina Capitoni) ▪️ La criminalità tra i giovani? Ovvero baby gang? Non è solo un problema di insegnamenti. Non c'è bisogno che un professore ti insegni che dar fuoco ad un barbone, massacrare di botte un tuo coetaneo non è cosa buona e giusta. Spesso poi questi "ragazzi" provengono da situazioni agiate, tanto che dichiarano di aver agito per noia. La mia giovinezza, erano gli anni ‘8...