di Liana Monti
Il tema del matrimonio offre una innumerevole vastità di punti di vista e dona un’incredibile possibilità per racconti di ogni sorta.
Luigi Pirandello si è avventurato su questa via e lo ha analizzato sotto alcuni aspetti, originati probabilmente anche da un vissuto personale e comunque da una società in particolare che lui conosceva molto bene e anche per questo meritevole di analisi dettagliata.
Sono nate così storie interessanti che ci introducono nell’intimità familiare, nel risvolto psicologico, spesso visto dalla prospettiva maschile, dove troviamo una grandissima sensibilità, dignità, fragilità, autoanalisi vista dagli occhi di un uomo, un marito.
Si alternano momenti che vanno dal bisogno di affetto a delusioni date dall’incomprensione, dalla ricerca della felicità al trauma del tradimento, dal desiderio di comprensione alla freddezza della difficoltà di comunicare, dalla speranza di una vita migliore alla tragedia del ritrovarsi in gabbia, dal percorso verso la realizzazione personale per poi trovarsi nella condanna della legge del giudizio altrui.
Nascono così varie Novelle con il medesimo punto in comune, ma che espongono i diversi aspetti.
“Un matrimonio ideale”, dove un’unione per un’ironia della sorte sfocia nella felicità, ma con una punta di amarezza causata dalla paura del pregiudizio.
“Tutto per bene”, dove la parvenza di un matrimonio perfetto è solo un velo che copre il tradimento e il freddo opportunismo.
“Prima notte”, dove già da subito il matrimonio parte all’insegna del lutto e dell’infelicità.
“Pensaci, Giacomino!”, dove l’infedeltà viene promossa quale cura per la felicità.
“Quando s’è capito il giuoco”, dove la sadica vendetta viene utilizzata come rimedio per ripagare e mettere a tacere ogni affronto.
“Stefano Giogli, uno e due” dove più di tutti ci offre il tema dell’incomunicabilità di coppia, dove l’io vero non viene compreso dal coniuge, e quindi va protetto, e il marito è costretto a portare una maschera, che la moglie gli ha posto e quella sola può essere da lei amata. Questo in particolare ci ricollega al grandioso “Uno, nessuno, centomila”.
“L’uscita del vedovo”, dove la gelosia di una moglie incatena il marito ad una promessa estorta a forza e con l’esasperazione in punto di morte.
Quanta amarezza, quanta tristezza domina questa società. E cosa ne è dell’Amore che dovrebbe essere il vero e unico fondamento di un matrimonio?
Nessun commento:
Posta un commento