Riprendiamo e pubblichiamo il seguente testo apparso sulla rivista Questione Giustizia, apprezzabile nei contenuti, meritorio nello stile. Sullo sfondo, l’importanza del rispetto tra le istituzioni, premessa di ogni confronto civile (ap)
di Nello Rossi
direttore di Questione Giustizia
I magistrati non hanno, non “possono avere” avversari politici, ma restano liberi di maturare e manifestare, al pari di tutti i cittadini, valutazioni critiche sulle politiche economiche ed istituzionali. Si chiama libertà di pensiero, di espressione, di critica ed è a tutti garantita dalle nostre leggi.
Al tempo stesso sarebbe desiderabile che alcuni politici non trattassero i giudici autori di provvedimenti sgraditi alla stregua di avversari o, peggio, di nemici politici, aggredendoli o dileggiandoli senza ritegno e senza limiti.
E sarebbe ora che il Ministro della Giustizia, che per il suo ruolo istituzionale ha diritto al rispetto dei magistrati, cercasse anche di ricambiarlo, smettendo di rappresentare giudici e pubblici ministeri in termini caricaturali e mostrandosi consapevole che la magistratura è un corpo che unisce in sé un’elevata qualità culturale e professionale e una genuina dedizione a servire lealmente la Repubblica.
In quest’aspra congiuntura la linea di condotta della nostra Rivista sarà quella tenuta in tutta la sua lunga vita: continuare a lavorare ed a studiare con spirito critico, replicando anche alle polemiche più accese con un instancabile esercizio di ragionevolezza.
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