La Maddalena (foto ap) |
(ap) La Sardegna offre, al primo impatto,
una varietà di profumi inconfondibili, agri e dolci, acuti e leggeri, diffusi
in modo miracoloso tra le sue rocce, ovunque presenti.
Provengono dalla sua vegetazione più
tipica, la macchia mediterranea, in cui compaiono soprattutto il corbezzolo, il
mirto, il cisto e la ginestra. Stupisce vedere quelle macchie di verde ed è
sorprendente sentire quei profumi in un territorio che, per la sua consistenza
così rocciosa, appare tanto aspro e arido.
E’ una delle terre più antiche del pianeta
e i suoi 24.000 kmq ne fanno l’isola maggiormente estesa del Mediterraneo,
seconda solo alla Sicilia.
Il territorio in gran parte roccioso e la
sua insularità hanno consentito di preservare un habitat unico al mondo tutelando specie
animali e vegetali singolari nel loro genere. Ma la flora e la fauna
attuali sono anche il risultato di un lungo processo di modificazione
naturale e di adattamento all’ambiente sin dal primo apparire dell’uomo
sull’isola.
Pure a cento e cento chilometri dalle
coste, si sente sempre il mare, che splende tutto intorno all’isola. L’aria è
ovunque salmastra, nelle folte scogliere di fichi d’India, nelle macchie di
lentischi, nelle radure dove è raccolto il bestiame. Di salmastro sanno gli
alberi, i cespugli, le pianure disabitate; e le stesse case, a volte sospese
nell’aria, accovacciate su ripide rocce, raggiunte così in alto e quasi
sollevate dal lontano maestrale.
Qui la terra, lì il mare da ogni lato,
spesso in un silenzio diffuso, pieno di luce. Torri di antiche chiesette
avvolte da gabbiani, rupi esposte nel vuoto e chiuse in se stesse a meditare,
stoppie che circondano il belare di gruppi di pecore negli stazzi: abbaglianti sotto i riflessi del
granito inondato di luce.
La singolarità dell’ambiente si riflette
sui tratti del mondo spirituale sardo, anche essi unici e particolari, creando
un contesto di condizioni di vita che esercita un fascino senza pari sui
viaggiatori occasionali, su quanti vengono in quest’isola per brevi periodi, e
rimangono però conquistati da un altro stile di vita.
E’ forse una sensazione di sorpresa e di stupore, percepita da chi si avvicina a questo mondo, che ha spinto qualcuno a dire, senza alcun paradosso, che «La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso» (Fabrizio De André).
E’ forse una sensazione di sorpresa e di stupore, percepita da chi si avvicina a questo mondo, che ha spinto qualcuno a dire, senza alcun paradosso, che «La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso» (Fabrizio De André).
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