(ap) Ahmed, 13 anni, egiziano, ha attraversato il mare da solo ed è
arrivato a Lampedusa. Uno dei tanti giunti in quella prima costa italiana nel
mezzo del Mediterraneo. Un lungo viaggio per cercare medici disposti a curare
Farid, il fratello di 7 anni, rimasto nel suo paese e affetto da una gravissima
forma di piastrinopenia, una carenza di piastrine nel sangue. Lo ha accolto una
immediata gara di solidarietà. La regione Toscana, con i suoi ospedali Careggi
e soprattutto Meyer, specializzato per le malattie dei bambini, si è subito
offerta di curare il piccolo.
Il ridotto bagaglio degli immigrati non contiene solo stracci, miserie,
povertà. Non trasporta soltanto tragedie epocali e contrasti sociali. Non è
solo il contenitore potenziale di idee fanatiche ed ossessive, strumenti di
morte e distruzione. Quella cartella clinica, portata con sé da Ahmed, è un
atto di amore e di fiducia. Nei valori di questa civiltà, che è comune al mondo
e non soltanto all’occidente attraverso secoli di storia, quando l’uomo,
ovunque, riscopre la sua umanità e il senso della fratellanza che discende
dalle stesse radici.
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