di
Giovanna Vannini
Fu luce, fu gioia, di quella che pensavo aver dimenticato, riposta in un cassetto dell'anima chiuso a chiave. Dovevo farmela bastare, per un tempo che ancora non potevo definire ma che immaginavo, pianificavo, essere a mio favore. Luana sorrise dandogli suono, dandogli vita. Mi sentii appagato da quel procedere in positivo e allora rimisi insieme parole: " Ero in buio stamattina, una nottata passata a rimuginare. Succede, a te capita mai?...”
Lei accennò
un si con la testa. “Negli ultimi giorni a me capita spesso, ma passerà.
Scusa non vorrei mai annoiarti con i miei pensieri. Ma in fondo di questi tempi chi è che
non ne ha?..." Restò col
sorriso sulle labbra Luana, sprofondando i suoi occhi dentro i miei, che a
quella intensità quasi sobbalzarono. Riprendemmo il cammino, in quella giornata
di febbraio in avventato tepore primaverile. "Scommetto che tu sai
ascoltare"- disse ristoppando il passo all’improvviso- Avrei voluto baciarla. Mi misi in
ascolto.
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