di
Paolo Brondi
(Una metafora dei diversi temperamenti umani)
Bella
e suggestiva è la distinzione baconiana fra studiosi ragni e studiosi formiche.
E’ sufficiente enunciare quest’antitesi per capire quanto essa sia fondamentale
per la lettura dei nostri accadimenti. Oltre agli studiosi, infatti, molte sono
le categorie, cui ciascuno può assegnare il nome, che assumono la veste del
ragno o della formica.
Le
categorie ragno attraversano i tempi mantenendosi ferme al loro progetto,
stendendo, impassibili, la loro categorica trama sulla realtà, al pari del
ragno che tesse la sua tela. Sono attenti a quel che accade intorno, ma solo
per servirsene per la loro costruzione. Lavorando questo filo essi arrivano a
poco a poco a creare un disegno ben definito e tale che facilmente annulla o
ingloba gli avversari. Non mancano di genialità e di astuzia, ma tali doti sono
spesso del tutto prive di eticità.
La
categoria formica è infaticabile, attiva, rigorosa e paziente. Elabora
un’infinità di progetti, di proposte d’innovazione e di riforme, consumando
quasi tutto il tempo attorno a organigramma e futurismo. Le persone formica, attenti
alle finalità che si propongono non riescono a comprendere la complessità del
mondo di quanti altri stanno vivendo il loro faticoso presente e forse nemmeno
intravedono il vantaggio, o svantaggio dei loro obiettivi.
Tra
ragno e formica preferibile è l’immagine dell’ape e del suo alveare: fatto di
tante celle, con un suo miele, un suo collante e simbolo, quindi, di raccordi
tutt’altro che discontinui e conflittuali, bensì equilibrati, armonici e ricchi
di storicità.
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