di
Valeria Giovannini
È
strana la luce stasera:
confonde
i contorni,
vena
di malinconia
la
vita attesa e desiderata,
la
vita temuta e intensa,
la
vita, la vita che passa
dal
tempo sognato,
la
vita che torna sempre
a
ogni primavera,
la
vita che poi muore
o
ti lascia morire.
E
lui si riempie gli occhi
delle
tue mani che parlano,
delle
tue tempie ferite;
e
lui, delle sue mani che sfiorano
i
tasti del pianoforte,
dei
suoi fianchi morbidi,
lì,
a scambiarsi sguardi
di
solitudine, di amore.
E
parlano due lingue diverse
e
forse molto simili,
la
pazza, il quaderno del cuore,
l'altra,
le note sul pentagramma,
lei,
lei sola le può comprendere.
E
ti prende per mano,
nel
chiaroscuro della stanza,
hai
pagato il suo prezzo
e
non ti chiede nulla in cambio.
E
tu continui a fuggire,
a
lasciare stanze, paesi e continenti,
a
chiuderti dietro porte,
storie
in sospeso,
ma
la tua anima
prima
o poi inchioda
come
un cristo sulla croce.
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