(ap) Un accesso attraverso due colonne. Sulla parete di fondo, sette
nicchie forse costruite per ospitare le statue di altrettanti saggi, per
ricordare personaggi della famiglia imperiale, oppure destinate a contenere
scaffali di preziosi manoscritti.
La Sala dei filosofi a Villa
Adriana (Tivoli) conserva intatto il suo mistero. Contigua al Pecile (il portico che delimitava un
grande giardino con piscina) e al Teatro
marittimo (una villa in miniatura in cui gli spazi erano ripartiti
sapientemente per soddisfare tutte le esigenze dell’imperatore), è un complesso
di meraviglie.
Risalta maestosa tra edifici residenziali, terme, giardini, che si
alternano nel sito secondo una distribuzione del tutto inusuale, in sintonia
con la personalità versatile di Adriano. L’imperatore, amante dell’architettura,
che curò personalmente la costruzione di questa grandiosa residenza fuori le
mura di Roma, in un terreno verde e ricco di acque. E’ una sala con un esteso
utilizzo del porfido per adornare il pavimento e le pareti, e con ampie lastre di
marmo, oggi solo immaginabili con la fantasia in base ai fori lasciati dalle
originarie grappe di sostegno. Con un soffitto probabilmente a cassettoni.
La mente spazia liberamente in questo luogo. Intravede l’attesa paziente di
ospiti di riguardo dell’imperatore, il pensoso cammino di studiosi, la
consultazione di pergamene conservate con cura, l’intreccio fervido di
dibattiti sui temi dell’anima.
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