di Valeria
Giovannini
(con un commento di Angelo Perrone)
(ap) Un pontile in legno, un lago
tranquillo in una località turistica. D’agosto. Una caduta improvvisa, mentre
la famiglia è lì vicino, ignara. I soccorsi immediati, l’opera di un medico sul
posto, i carabinieri. Pochi minuti possono essere un’eternità. E mostrare la
loro tragica inutilità. Aveva solo due anni e mezzo quel corpicino inanimato. Accadeva
a Caldaro, in Alto Adige, il 12 del mese.
Ho visto il mare ingoiarti
senza pietà davanti al mio
respiro
disperato di madre
a trafiggerti un presagio
oscuro
no non può essere
ho inghiottito lacrime
amare
di sale come i flutti
marini
che ti hanno strappato
ai miei occhi imploranti
no non può essere
si è smorzata la tempesta
sulla riva inquietante di
Gùvano
lo scandaglio cerca
il tuo corpo molle
sospinto alla deriva
io trovo solo ricordi e
rimorsi
tra i riflessi d'argento
fulgenti nel sole
a celare i tuoi capelli
sparsi nell’infinito
Una lirica struggente. Le immagini sono potenti e intensa è la capacità di immedesimazione nel dramma di una madre che assiste alla scomparsa del suo piccolo tra i flutti marini. Complimenti Valeria.
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