di
Marina Zinzani
(Una
separazione (in persiano: جدایی نادر از سیمین) è un film del 2011, scritto e
diretto da Asghar Farhadi. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali,
tra cui l’Orso d’oro al Festival di Berlino e la statuetta come miglior film
straniero ai premi Oscar 2012)
Vivere
in periferia. Essere ai margini di una vita che scorre veloce, di eventi che
accadono, importanti.
Vivere
in periferia. Essere da qualche parte, ma non al centro.
Vivere
in periferia. Guardare tutto da lontano,
non potere fare niente.
Perché
altri decidono.
Lo
sguardo di Termeh, la figlia undicenne di Una
separazione, è l’essenza di tutto il
film. Le sue parole sono rare.
Guarda
e tace. Vede i genitori in conflitto, la loro separazione che apre un gioco crudele di eventi negativi. Guarda e
tace. E’ in periferia, anche lei. Ai margini di scelte degli adulti, in una
realtà, in una vita complicata, anche crudele, dove per sopravvivere si è perso
il disincanto.
E
allora mille parole degli adulti, urla, rivendicazioni, tormenti. Molte parole,
molte decisioni prese e non prese, per cercare forse, duramente, una propria
forma di serenità.
Ma
lo sguardo di Termeh, le sue lacrime in alcune scene, parlano un loro
linguaggio.
E’
l’essenza di tutte le separazioni, il silenzio dei figli, quell’essere in
periferia e non potere fare niente. E spesso da quello sguardo, da quelle
parole non dette, i figli entrano nella realtà degli adulti. E’ questa la cosa
triste del film.
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