di Marina Zinzani
(Con un intervento di Angelo Perrone)
(ap) Dedicato a Simonetta Agnello Hornby. Sposata ad un
inglese, due figli. Vive a Londra. Avvocato, specializzata in diritto di
famiglia e dei minori, è stata insegnante universitaria, ma ora si dedica
prevalentemente alla scrittura. Le sue opere sono ispirate alla terra di
origine, la Sicilia. La memoria familiare e la nostalgia dell’infanzia ne formano
lo scenario autobiografico.
Ogni volta Simonetta rivive e racconta le stagioni trascorse nella sua terra, e attraverso parole ed immagini par di rivedere davvero l’enorme gelso, le aie assolate, gli ulivi argentati, i nidi di uccelli tra le persiane, le stanze fresche in cui attendere le visite di ospiti e parenti, i riti del cibo e della sua festosa preparazione. Un lessico familiare in cui storia e tradizione formano un intreccio indissolubile di forte intensità evocativa, che rimanda ai grandi classici della letteratura siciliana ed italiana. Di recente, è stata protagonista del programma tv “Io e George”, un lungo viaggio in Italia con il figlio disabile, per raccontare la malattia e, attraverso i tanti incontri con gli amici di sempre, i molti volti nascosti del Paese.
Ogni volta Simonetta rivive e racconta le stagioni trascorse nella sua terra, e attraverso parole ed immagini par di rivedere davvero l’enorme gelso, le aie assolate, gli ulivi argentati, i nidi di uccelli tra le persiane, le stanze fresche in cui attendere le visite di ospiti e parenti, i riti del cibo e della sua festosa preparazione. Un lessico familiare in cui storia e tradizione formano un intreccio indissolubile di forte intensità evocativa, che rimanda ai grandi classici della letteratura siciliana ed italiana. Di recente, è stata protagonista del programma tv “Io e George”, un lungo viaggio in Italia con il figlio disabile, per raccontare la malattia e, attraverso i tanti incontri con gli amici di sempre, i molti volti nascosti del Paese.
E’
caldo, e ho sete. Non sono mai stata qui. La casa è fresca, forse le mura
spesse, di una volta, impediscono al sole di entrare, resta sulla porta, quasi.
Chi mi accompagna vuole farmi conoscere una zia di cui mi ha parlato qualche
volta, descrizione di una persona attraverso colori e ricordi, immaginazione da
parte mia.
Ma
l’immaginazione è finita. Ora sono qui. La zia mi accoglie con passo lento, gli
anni sono sulle sue spalle, si vede. Mi fa sedere, chi mi accompagna l’abbraccia,
e poi parla di cose che non conosco, nomi, persone, di cui posso comunque intuire
l’identità.
La
zia mi offre da bere, io chiedo acqua, ma lei, con il suo accento così definito,
non ne vuole sapere. Una granita, una granita di limone, va bene con questo
caldo.
La
granita è fra le mie mani, i quaranta gradi fuori sono dimenticati, mani che
toccano il sottile ghiaccio del bicchiere, il freddo entra e placa quel calore
insopportabile.
Luci.
Un lungo tavolo e una luce che illumina una persona. Sono qui, o forse no, sono
in qualche parte della Sicilia, in un mese caldo, quel caldo che toglie le
forze e la granita di limone sembra una manna dal cielo.
Non
sono mai stata in Sicilia, eppure per un attimo… Sento le sue parole, Simonetta
Agnello Hornby è al tavolo, presenta il suo libro. C’è gente attorno, la sala è
piena, ma sembra che la sua voce conduca da qualche parte, apra delle porte.
Viaggio immaginario o forse reale, l’ho vista la zia, veramente, e forse era
lei quella che mi accompagnava.
L’antico
calore dei siciliani: forse è questa la chiave? Viviamo in luoghi freddi, è
freddo ovunque. Le parole di Simonetta risuonano forti, incisive: il tono,
l’entusiasmo comunicano una vitalità inconsueta. Bacchetta magica che
risveglia, che allenta corazze pesanti, che può condurre, per un attimo, nella
casa di una zia, da qualche parte, in Sicilia.
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