La trepidazione dei
genitori, nelle ore della notte
di Marina Zinzani
E’
tardi. E’ l’alba. “Torna sempre a quest’ora, non preoccuparti”, mi dice suo
padre. Ma io non riesco a prendere sonno. Quattro e mezza, cinque meno un
quarto. E’ andata a ballare, come ogni sabato. Gli orari sono questi. Si inizia
a mezzanotte, a ballare. Poi si mettono in macchina che sono mezzi
addormentati.
Suo
padre si gira dall’altra parte. Riesce a dormire. “Non puoi fare questa scena
tutte le volte che nostra figlia esce”. Già, beato lui che è così tranquillo.
Rumore
di una macchina, ecco, porta che si apre, è lei. Fingo di dormire. Pensa che
dormiamo, in fondo.
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