Passa ai contenuti principali

Il mondo a colori

Vincent Van Gogh in mostra a Roma

(Il testo integrale su L’Eurispes)

(Angelo Perrone) La pittura di Vincent Van Gogh è entrata nell’immaginario collettivo, diventando oggetto di venerazione e culto. Una mostra al Palazzo Bonaparte di Roma, in occasione dei 170 anni dalla nascita, esplora il mistero di una fascinazione per il colore che ha conquistato intere generazioni.
Con l’esposizione di circa 50 opere, tra le sue più illustri, si prospetta un appuntamento epocale. Il percorso espositivo ha un filo conduttore cronologico, facendo riferimento ai luoghi dove il pittore visse (Olanda, Parigi, e poi Arles, fino St. Remy e Auvers-Sur-Oise), e permette di ripercorrere la tormentata vita dell’autore sino all’esplosione del colpo di pistola che la interruppe ad appena 37 anni.
Le opere del pittore provengono tutte dal Kroller-Muller Museum di Otterlo in Olanda, una delle più estese collezioni. E sono associate a quelle di altri grandi (Picasso, con la Madrilena; Renoir, con Il caffè, infine l’amato Gauguin, che lui aveva immaginato di ospitare nella sua casa – gialla, ovvio – di Arles, con un raro Atiti, un bambino franco-tahitiano sul letto di morte). 
In tante figure da lui ritratte (i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le casalinghe), e ora esposte a Roma, emerge una dolcezza goffa, un’espressività del volto che rivela la fatica del lavoro, inteso come destino: il lavoro della terra nella sua severità è oggetto di uno studio quasi sacrale per svelarne la verità. «Sento che il mio lavoro sta nel cuore del popolo, così devo tenermi vicino alla terra, per poter afferrare la vita nella sua profondità», spiegava al fratello Theo. 
Ma è nell’accurata ricerca del colore, sulla scia impressionista, che Van Gogh conquista un linguaggio immediato e vibrante. Gli permette la massima libertà nella scelta dei soggetti e delle situazioni da ritrarre, gli offre il modo di usare un tratto pittorico dal significato metafisico nel quale rispecchiarsi a pieno, coerente all’identità di uomo e artista. Le pennellate dense e i colori stratificati danno vitalità alla materia, fanno emergere personaggi ed emozioni dalla fisicità dei quadri. 
Il colore giallo, anche mescolato od abbinato ad altri, presente ovunque, è un’esplosione di luce. Espressione della forza vitale della natura. E dei sentimenti, come l’amore e l’amicizia, che alimentano, sostengono, danno forza. Metafora finale della felicità, rarefatta e sfuggente.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

📰 Gli “anni di piombo”: Storia, memoria e l’intreccio del destino individuale

(Introduzione a Daniela Barone). Un viaggio intimo nella memoria degli “anni di piombo”, dove la Storia non è solo cronaca, ma destino individuale. L'autrice ci guida attraverso i momenti chiave del terrorismo italiano, dal dolore per l'omicidio Moro alla sorprendente coincidenza che lega la sua vita privata a una figura centrale della lotta al terrorismo. Un pezzo che dimostra come i grandi eventi nazionali lascino tracce indelebili e inattese nella vita di ognuno. (Daniela Barone - MEMORIA) ▪️ Gli “anni di piombo” sono un ricordo indelebile nella mia mente. Le Brigate Rosse avevano sconvolto il nostro Paese, non solo la mia Genova di giovane donna. Nel libro “ Che cosa sono le BR ” di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini che lessi nel 2004, mi colpì una frase di quest’ultimo: « Partimmo alla conquista di un nuovo mondo ma non ci rendevamo conto che, in realtà, aiutavamo a puntellare quello vecchio .» L’uomo, uno dei fondatori dell’organizzazione terroristica, rivela nel ...

📝 A gran salita gran discesa: la fatica e la caduta dopo il successo

(a.p. - Introduzione a Laura Maria Di Forti). Il proverbio di oggi: “ A gran salita gran discesa. ” La fatica che spesso accompagna il successo, ma anche la severa lezione che la superbia precede la caduta. Cosa ci riserva il futuro? La tradizione popolare italiana si è sempre espressa con proverbi e modi di dire, rimasti poi nella memoria comune. Oltre le apparenze, non sono una ingenua semplificazione della realtà con cui ci confrontiamo ogni giorno. Molto di più, uno sforzo per riflettere e capire. E magari scovare il bandolo della matassa. Interpretano sentimenti diffusi, traducono in poche battute concetti complicati, tramandano una saggezza solo apparentemente spicciola, qualche volta sono persino di aiuto per suggerirci le mosse opportune. Ci hanno consolato, ammonito, contrariato. Ce ne siamo serviti per affrontare momenti difficili e uscire da situazioni scabrose. Già pubblicati: Il mattino ha l’oro in bocca , Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco , Tra i due litiganti il t...

💔 Ti regalo la mia assenza: l’addio lacerante tra passione e diversità

(Introduzione a Laura Maria Di Forti). L'amore più vero e passionale può scontrarsi con l'insormontabile muro della diversità di carattere? Questa lettera d'addio di Laura Maria Di Forti svela il conflitto tra l'ego narcisista e la forza di un sentimento immenso. Un addio straziante, dettato dalla consapevolezza che due "parallele non si incontreranno mai", ma necessario per garantire la felicità altrui. Leggi la riflessione sul dolore della separazione e il coraggio di farsi fantasma. (Laura Maria Di Forti - LETTERA) ▪️ Caro amore mio, ti dico addio, addio per sempre. Lo so, sono stata superba, egocentrica, mi sono rivelata una sciocca narcisista, una donna insensata, forse troppo pretenziosa, all’apparenza persino superficiale. Ma io ti ho amato. E l’amore, quello vero, immenso, romantico e senza limiti, senza raziocinio, l’amore puro e fruttuoso di passioni, questo amore che io sento dentro di me e per te solo, mi aiuterà a sconfiggere l’ego che alberga so...

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...